Una nervosa ANM attacca Nordio sulla riforma rispolverando una lettera di 31 anni fa. Intanto Milano è sospesa tra le carte e le chat

Il garantismo politico bipartisan di fronte alla richiesta di Milano, fa innervosire la magistratura che attacca il ministro Nordio per la legge sulla separazione delle carriere. ANM ricorda provocatoriamente che il guardasigilli, al tempo in cui era magistrato si diceva contrario, tirando fuori una lettera dal 1994, ma il ministro risponde che appena tre anni dopo riconobbe che “stavamo esagerando” e che erano “necessarie riforme radicali”.

Intanto mentre Milano attende di giorno in giorno gli sviluppi, emerge la vera posta in gioco: non solo il destino di sei indagati, ma il modello di sviluppo della città. E l’inchiesta sembra appesa ai messaggini su whatsapp. Tra le carte dell’inchiesta emergono nuove chat che i pm interpretano come prova di incontri riservati. Piazzale Loreto, progetto di riqualificazione oggi congelato, compare in uno scambio tra Carlo Masseroli di Nhood e Marinoni. “Possiamo chiederti un incontro informale con l’architetto?”, la richiesta. “Sì, in modo riservato”, la risposta. Per l’accusa, prove di un sistema opaco. Per le difese, normale prassi professionale per discutere progetti complessi. Ancora più dibattuta l’interpretazione del messaggio sul derby Milan-Inter. “Giovedì c’è un incontro, poi ti informo… venerdì 8 siamo da te al resort”. I pm vi leggono la volontà di organizzare summit segreti. Gli indagati sostengono fossero normali riunioni di lavoro, come quelle che si tengono in mille uffici milanesi.

La procura mantiene ferma la richiesta di misure cautelari. “Abbiamo insistito”, conferma l’aggiunta Tiziana Siciliano. Ma sarà il gip Fiorentini, in “un tempo congruo” – massimo dieci giorni secondo il tribunale – a valutare se esistano reali esigenze cautelari.
Nel frattempo, dopo l’ex assessore Tancredi che aveva chiesto di essere sospeso anche dal ruolo di dirigente del Comune, altri protagonisti prendono decisioni. Federico Pella lascia ogni incarico in J+S “per tutelare la società”. Anche Manfredi Catella aveva annunciato il passo di lato rispetto al suo ruolo in Coima: “Rimodulo le deleghe di amministratore delegato, escludendo tutte le attività esecutive aventi ad oggetto rapporti con la pubblica amministrazione”. Gesti che- con buona pace dei manettari pronti a interpretarli come indizi di colpevolezza – sono in realtà atti di prassi, per tutelare istituzioni e società e dare massima trasparenza.

Le decisioni del Gip in merito alle richieste (e confermate) richieste di arresto, arriveranno entro dieci giorni. Sul fronte politico, vige un silenzio tesissimo. Un consigliere comunale della maggioranza spiega: “Qui ormai l’urbanistica è una materia radioattiva. Nessuno la vuol toccare e chi si trova a doverla per forza maneggiare non vede l’ora di liberarsene”. L’allusione è forse alla vicesindaca Scavuzzo, assessora ad interim alla rigenerazione urbana ma ancora di più chi potrebbe sentirsi offrire la titolarità dell’assessorato, da qui a settembre. Pare non ci sia proprio la corsa.