Erano felici di poter sciare nella zona del Piccolo San Bernardo, sopra La Thuile, in Valle d’Aosta. Tre giovani amici si stavano godendo al bella giornata quando intorno alle 13 un enorme blocco di neve si è staccato scivolando verso di loro a gran velocità. Uno dei tre, un 25enne di Milano, è rimasto sepolto da 80 centimetri di neve. Un altro è riuscito a uscire dalla coltre di neve e il terzo per fortuna non ne è rimasto coinvolto ed è così ha potuto chiamare subito i soccorsi. Per l’amico sprofondato nella neve non c’è stato nulla da fare, è morto all’ospedale Parini di Aosta nel tardo pomeriggio.
Una vera tragedia. I tre ragazzi, secondo quanto emerge dai primi accertamenti, non erano dotati di Artva, l’apparecchio che fornisce ai soccorritori l’esatta posizione sotto la neve, né di sonda, che serve a cercare un compagno sepolto dalla neve. Uno dei due amici della vittima è stato portato in ospedale ma le sue condizioni non sono gravi.
“Siamo intervenuti di supporto con i pisteur-secouriste non appena la Protezione civile ci ha informati: quella zona del comprensorio è attualmente chiusa, abbiamo riaperto il 3 dicembre la zona principale, in quella ancora non c’erano le condizioni. Quando ci sono zone chiuse sono segnalate e delimitate”, spiega Killy Martinet, presidente delle funivie del Piccolo San Bernardo, che aggiunge. “In questo momento siamo vicini alle famiglie degli escursionisti coinvolti”.
“Poca neve non vuol dire poco pericolo valanghe – spiega Paolo Comune, direttore del Soccorso alpino Valdostano – È sufficiente anche pochissima neve perché con l’attività del vento si formino accumuli sui versanti sottovento, placche che anche se piccole sono pericolose perché in equilibrio instabile. Può essere sufficiente il passaggio di un singolo sciatore per farle partire”.
La valanga di oggi sarebbe partita fuori pista, arrivando su tracciato di una zona del comprensorio che era ancora chiusa. “Se la pista è chiusa – prosegue Comune – lo è per svariati motivi e tutti legati alla sicurezza: può essere perché non è pronta o ancora non bonificata dal pericolo valanghe. Per i tecnici quello di oggi è stato un intervento difficile: i ragazzi soccorsi non avevano con loro Artva e sonda, attrezzature che semplificano le ricerche. Ma in questi casi la parte fondamentale è l’autosoccorso: i primi quindici minuti sono fondamentali”.
