A cavalcare il rifiuto alla Nazionale di Jannik Sinner c’è anche Bruno Vespa che abbraccia tutti gli stereotipi possibili per condannare il campione altoatesino. “Perché un italiano dovrebbe tifare Sinner? Parla tedesco (giusto, è la sua lingua), risiede a Montecarlo, non gioca per la nazionale in Coppa Davis per prendersi una settimana di vacanza in più. Onore ad Alcaraz che scende in campo per la sua Spagna”. Questo il Vespa-pensiero pubblicato due volte su X perché, a distanza di poche ore, arriva la rettifica al primo commento dopo essersi reso conto che lo spagnolo Carlos fa di cognome Alcaraz e non Alvarez.
Al di là dell’errore di battitura, stupisce la versione semplicistica di un giornalista scafato come Vespa, da decenni padrone incontrastato dell’approfondimento di Rai Uno con Porta a Porta e da qualche anno anche con Cinque Minuti.
Tutti gli stereotipi di Vespa su Sinner
Vespa dimentica che l’Italia ha vinto due Coppa Davis negli ultimi due anni grazie proprio al “tedesco” Sinner, che parla quella lingua semplicemente perché in Alto Adige è uno dei tre ‘idiomi’ ufficiali. Vespa dimentica dunque la storia di una regione che fino alla fine della prima guerra mondiale faceva parte dell’impero austro-ungarico. Il tedesco, insieme all’italiano e al ladino, sono le lingue ufficiali della provincia. In Alto Adige esistono scuole, trasmissioni radio e televisive (quindi anche Porta a Porta…) in tutte e tre le lingue anche se la maggior parte della popolazione parla in lingua tedesca.

Sinner e l’obiettivo numero 1
Il suo obiettivo è ritornare quanto prima numero uno al mondo (posizione occupata al momento dalla spagnolo Carlos… Alcaraz). E per farlo occorre rivincere il torneo tra i migliori otto tennisti al mondo oltre ad altri tornei Atp come quello in corso a Vienna.
I precedenti che Vespa buca
Fare del becero populismo su Sinner non serve. Provare ad alimentare odio contro un campione nato in Italia (almeno fino a prova contraria) e che ambisce solamente a entrare nell’albo delle leggende del tennis è miserabile. Roger Federer, probabilmente il più grande di tutti, ha vinto la Davis con la Svizzera soltanto una volta e per diversi anni ha preferito non gareggiare per concentrarsi su altri tornei individuali. Stesso discorso vale per Rafa Nadal, Novak Djokovic e per tanti altri campioni del passato. Vespa tutto questo non lo ricorda così come dimentica che il tennis è, con buona pace per tutti, uno sport individuale.
