Mancano pochi giorni anche all’avvio della sperimentazione in zona stazione Termini che vedrà sui mezzi del trasporto pubblico, insieme ai controllori, anche delle guardie giurate che dovranno fa rispettare le norme anti Covid e garantire la sicurezza a bordo soprattutto dopo gli ultimi episodi. “Le aggressioni sono all’ordine del giorno” commenta Roberto Ricci, segretario della Fit-Cisl Lazio. L’ultima ai danni di un autista della linea 213.
Gli addetti saranno 250, sparsi per tutta la città e avranno il compito di verificare l’avvenuta vidimazione del biglietto e il rispetto delle norme anti-Covid-19. Nel caso un passeggero si rifiuti di indossare la mascherina a bordo del mezzo pubblico, i controllori non possono elevare sanzioni, ma sono tenuti ad avvisare le forze dell’ordine. Negli ultimi mesi sono state queste verifiche ad innescare risposte violente da parte di qualche cittadino. La presenza delle guardie giurate durante le attività di controllo – ancora non confermata dai vertici Atac – dovrebbe prevenire future azioni violente contro il personale dell’azienda.
Intanto il vertice al Dipartimento commercio del Comune in vista del provvedimento che sarà firmato dalla sindaca Virginia Raggi sulle fasce orarie che regoleranno l’attività dei negozi nella Capitale, vede le richieste delle associazioni e dei sindacati unite su diversi tematiche: un’ordinanza meno complessa, tenere in considerazione il fatto che chi lavora nei negozi si sposta prima con i mezzi pubblici rispetto alla clientela, e delle difficoltà che i lavoratori part-time potrebbero avere sul piano contrattuale in caso di cambiamenti di turni. Tutto da coordinare con la massa di studenti che si spostano per andare a scuola, rispettando le norme anti-Covid.
Per il prefetto Matteo Piantedosi già entro breve tempo si può arrivare a ripristinare il 100% di utenza a bordo dei mezzi pubblici, sempre in sicurezza. Una decisione che il Campidoglio dovrà decidere entro breve. L’ultima ordinanza sindacale, rimasta in vigore fino al 31 luglio scorso, prevedeva lo scaglionamento delle aperture delle attività commerciali fra le 5 e le 8.15 e dopo le 9.15, a seconda della tipologia di esercizio.
È stato calcolato che, uffici inclusi, dal 15 ottobre in poi, con il ritorno in presenza dei dipendenti pubblici fino a oggi in smart working, si muoveranno ogni mattina almeno un milione e 200 mila persone. Da qui non solo la necessità di aumentare le corse dei bus, ma anche di spalmare le uscite degli studenti e lavoratori, in modo da non farli incrociare sul trasporto pubblico congestionandolo. Fra le ipotesi sul tavolo lo spostamento dell’apertura degli uffici, compresi quelli pubblici e i ministeri, fra le 10 e le 10.30, mentre i negozi potrebbero invece anticipare alle 8.
