Villa Pamphili, la sorella di Kaufmann: “Se vuoi sapere com’è fatto il diavolo guarda lui. Da piccolo mi spezzò un dito, fuggì di casa dopo aver quasi ucciso nostro fratello”

Psicopatico, fuori controllo, violento. Il ritratto di Charles Kaufmann, accusato di aver ucciso la compagna Anastasia Trofimova e la figlia Andromeda per poi liberarsi dei corpi delle due tra gli alberi di Villa Pamphili a Roma, arriva direttamente dalla sorella, Penelope. La donna si confida a Repubblica, raccontando di alcuni aneddoti d’infanzia che già lasciavano intravedere le problematicità psichiche del fratello.

Charles Kaufmann e la fuga dall’America

“Charlie è sempre stato una persona profondamente disturbata. Quando beve o fa uso di droghe, perde ogni controllo, la sua mente si spegne e la rabbia prende il sopravvento. In quei momenti si trasforma in qualcosa di spaventoso, irriconoscibile, un uomo senza freni”. I segnali di ciò che sarebbe diventato erano evidenti fin da bambino: “Ricordo quando, in un negozio di ferramenta, mi spezzò un dito. All’epoca pensai a un incidente, ma nostro padre capì subito che non era stato un caso. Era un gesto calcolato, un primo segno della violenza che covava dentro di lui. Charlie era un predatore. L’allontanamento dalla nostra famiglia non è mai stato una scelta casuale. Una sera, ubriaco, ha quasi ammazzato nostro fratello. È stato allora che ha deciso di sparire, cambiando identità e rifugiandosi lontano dall’America. In realtà, è fuggito da se stesso e dalle sue colpe. Per anni abbiamo vissuto nella paura di lui”.

Charles Kaufmann e l‘arrivo della paternità

Per la famiglia è stato altrettanto preoccupante il momento in cui ha comunicato la sua futura paternità: “Abbiamo iniziato a pregare, sperando che la bambina potesse in qualche modo salvarlo, cambiarlo. Per un attimo ho voluto credere che fosse possibile. Ma dentro di noi sapevamo di chi stavamo parlando. Temevamo che sarebbe arrivato a fare l’irreparabile, e purtroppo è successo. Posso garantirvi che è stato lui. Ha tolto la vita a quella bambina e alla madre. E non era la prima volta che tentava di distruggere qualcuno della nostra famiglia”.

Charles Kaufmann e il rapporto con i soldi

Il ritratto continua con dettagli sul suo rapporto con i soldi: “Charlie è sempre stato un maestro nell’inganno. Capace di manipolare chiunque, sapeva esattamente cosa dire per ottenere soldi e favori. Raccontava che moglie e figlia morivano di fame, e la nostra povera madre, ogni due settimane, gli mandava qualcosa. Viveva a Los Angeles, frequentava registi, musicisti e celebrità. Sapeva inserirsi ovunque, camuffando il mostro che era davvero”.

Penelope ammette di soffrire per quanto accaduto: “Non esiste un crimine più basso. Noi siamo distrutti, chiediamo scusa all’Italia e alla famiglia di Anastasia. Mio fratello è un mostro”. La donna chiude con una frase emblematica: “Se vuoi sapere com’è fatto il diavolo, dicono i miei fratelli, guarda Charlie”.