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Violenza sulle donne: in un mondo dominato dagli uomini, esistono donne che non sostengono le donne
Si considerano virtuose perché hanno capito come va il mondo e se la cavano benissimo, chi si lamenta invece, deve crescere: sono le ancelle, donne che giocano con la mano di carte che è stata data loro, senza pensare di poterne cambiare nessuna.
Dopo le ultime tristi notizie di stupri e femminicidi si sentono opinioni dissonanti, provenienti anche da altre donne: “Non so cosa si aspettasse”, “Se ti comporti in un certo modo prima o poi la paghi”, “Nel mondo ci sono sempre stati i cattivi, non c’è da stupirsi”. Una retorica che lascia sgomenti soprattutto perché non serve la causa di nessuno. Ad accettare con fatalità che il male sia normale e perciò dovuto, non c’è alcun beneficio. Le parole di queste donne nascondono un pensiero più comune di quanto vorremmo: “Io queste cose non le faccio, e quindi a me non può succedere”.
Un mondo che non possiamo controllare fa davvero paura, se però hai delle regole ferree, capisaldi da seguire per essere sicura che non ti accada niente, allora sei salva. Io non mi ubriaco, quindi starò bene. Non metto la minigonna, quindi mi lasceranno stare. Torno a casa presto, quindi il lupo non può trovarmi. Tranne che poi il lupo lo trovi anche sul treno delle 6:45, al parcheggio coperto, dentro casa tua.
In un mondo dominato dagli uomini, per sopravvivere devi interiorizzare le regole del gioco, farle tue, e se giochi bene sarai anche premiata. E così, ad esempio, in alcuni posti di lavoro tossici fanno strada donne che combattono altre donne per l’unico posto disponibile, e il fatto che sia uno solo, l’ha deciso un uomo. Si chiamano ‘ancelle’ nel gergo femminista. Una di quelle parole che fanno storcere il naso ad alcuni, ma dare un nome alle cose è il primo passo per iniziare un ragionamento.
Sono donne che non sostengono le donne, che giocano con la mano di carte che è stata data loro, senza pensare di poterne cambiare nessuna. Si considerano virtuose perché hanno capito come va il mondo e se la cavano benissimo, chi si lamenta invece, deve crescere. Un’ancella deve scoprire da sola di esserlo, è un percorso che abbiamo fatto tutte, destrutturare questo modo di pensare per poi ricostruire qualcosa che valorizzi il nostro benessere come donne e come comunità.
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