Hanno iniziato “a toccarmi” mentre “passeggiavamo tranquilli nella villa. Io gli dicevo di lasciarmi stare, anche il mio fidanzato che ha 17 anni gliel’ha detto non so quante volte. Abbiamo provato ad allontanarci ma quelli ci hanno afferrato”. E’ il racconto della 13enne violentata a Catania da un gruppo di sette giovani, tra cui tre minori, nei bagni pubblici di Villa Bellini, in pieno centro città. Una giornata che, purtroppo, la giovane adolescente non dimenticherà mai.

13enne violentata in villa: “Il mio fidanzato costretto a guardare”

Era il 30 gennaio scorso e intorno alle 19.30 di sera il branco di sette giovani, tutti di nazionalità egiziana (il più giovane ha 15 anni, il più grande 19), ha preso di mira la coppia di fidanzatini. Un racconto da brividi quello fornito dalla vittima ai carabinieri. A riportarlo Repubblica: “Due hanno afferrato me, altri hanno preso il mio ragazzo. E ci hanno portati nei bagni della villa. È stato un incubo, non c’era nessuno a quell’ora”. Poi due di loro hanno iniziato la violenza sessuale, mentre gli altri bloccavano il fidanzato e controllavano che non venisse nessuno. “Costringevano a guardare pure il mio fidanzato. Lui urlava, si disperava”.

L’allarme dei passanti, indagato collabora

Sono stati dei passanti a chiamare i carabinieri, intervenuti nei giardinetti di via Etnea. Le due Procure, distrettuali e per i minorenni, di Catania contestano agli indagati la violenza di gruppo aggravata nei confronti di una ragazzina che ha meno di 14 anni. A fare avviare le indagini dei Carabinieri sono stati i due fidanzatini che hanno, supportati dai genitori, denunciato la violenza. Alla loro identificazione si è giunti grazie alla testimonianza della vittima e del fidanzato e agli accertamenti svolti.

Prezioso sarebbe stato anche l’aiuto fornito da uno degli indagati che avrebbe dato indicazioni per identificare gli altri suoi connazionali che sono stati poi fermati. La vittima, secondo quanto si è appreso, avrebbe riconosciuto uno degli aggressori.

Violentata a 13 anni, indagini lampo grazie a tracce biologiche

I sette, si legge in una nota congiunta delle Procure distrettuale e per i minorenni di Catania, erano “entrati in Italia da minorenni e, in forza della legislazione vigente, accolti in strutture; in ragione della minore età vige, infatti, il divieto di espulsione con la possibilità del rilascio da parte della Questura competente del permesso di soggiorno fino al compimento della maggiore età”. “Al temine di un ininterrotto sforzo investigativo – si sottolinea nel comunicato – i Carabinieri nel giro di meno di 48 ore, sarebbero riusciti a chiudere il cerchio attorno ai responsabili. Dal primo pomeriggio di ieri, in stretto coordinamento con le due Procure, è quindi scattato il blitz, durato fino alle prime luci dell’alba di questa mattina, che ha consentito di catturare i sette sospettati, l’ultimo dei quali rintracciato dopo una iniziale fuga, tra cui i due esecutori materiali della Violenza sessuale entrambi minorenni”. “Al riguardo – spiegano le due Procure – è stato assolutamente rilevante l’aspetto delle investigazioni scientifiche. Personale specializzato del Comando Provinciale Carabinieri di Catania è infatti riuscito, attraverso un minuzioso studio delle tracce forensi a individuare in meno di 24 ore le tracce biologiche relative alla Violenza tracce che, analizzate in pochissime ore dal Ris di Messina, hanno restituito un “match” positivo coincidente con quello del minore che avrebbe fisicamente violentato la 13enne”.

 

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