L’aveva scritto in chiusura di una delle pagine più belle che “trasuda” umanità, speranza futura, lui, scout (come me) chiudeva “la lettera della partenza” con una promessa, quella di scommettere “su questa, complicata e bellissima, nuova generazione”. La mia. La generazione di giovani under 35 folli e affamati – adottando le parole di Jobs – nei cui occhi si riflette in tutta la lucentezza possibile l’amore per la politica. Anche per questo da tre anni ormai ho deciso di far parte del gruppo dei ragazzi di Meritare l’Europa, la scuola di formazione politica che dopo le edizioni del Ciocco, di Castrocaro, Ponte di Legno, si svolge proprio in questi giorni a Terrasini, nella mia Sicilia.

Sì, per questo ho deciso di essere uno di quei 500 ragazzi: per vedere la luce e l’amore che muovono i partecipanti. Per riconoscere in quegli occhi, anche i miei di occhi. Per sentirmi parte attiva di una comunità. Per prendere atto di non essere solo, testimone che giovani interessati alla politica siamo in tanti. E siamo seri, motivati, determinati. Stanchi della retorica del futuro, sappiamo di essere il presente di questo Paese. Di più, dell’Europa; lontani dalla pericolosa logica – che di logico ha poco – dell’uno vale uno, scegliamo una scuola di formazione convinti che sì, l’arte della buona politica si possa apprendere anche in una scuola estiva, nonostante il caldo settembrino di Palermo e la piscina tentatrice.

Scegliamo una scuola, certi che questa possa fornirci metodo e strumenti e quell’opportunità meravigliosa che è lo scambio, il confronto. Così si cresce, così si diventa cittadini del mondo consapevoli. Così si contribuisce a rinsaldare il sogno di Ventotene, il sogno dell’Europa. Ma Meritare l’Europa serve anche ad altro, ed è l’occasione perfetta per chi desidera avvicinarsi alla Politica. Per chi – come noi – studia per diventare classe dirigente della nostra terra. Per meritarsela, domani, l’amministrazione dei nostri luoghi. Dei nostri comuni, delle nostre province, regioni. E chi è meridionale come me sa quanta formazione sia necessaria per rimediare ad errori fatti, a distanze sempre più marcate, per risollevare questa terra martoriata ed è un segnale bellissimo aver scelto quest’anno la Sicilia per radunare giovani da tutta Europa, la mia isola dove ancora i giovani devono lottare per difendere il diritto a restare o a tornare – spesso costretti a scappare a causa di opportunità che qui mancano.

Filippo Triolo

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