A Roma apre “Casa +”, la struttura che accoglie i giovani Lgbtq vittime di violenza familiare

Participants carry a giant rainbow flag, a symbol of the gay rights movement, as they take part in the 22nd annual Gay Pride Parade in Rome, Italy on June 11, 2016. Tens of thousands of members of Italian LGBTQI (Lesbian, Gay, Bisexual, Transgender, Queer and Intersex) communities and supporters of gay rights take part in the annual Gay Pride Parade in downtown Rome to demand legal rights for same-sex couples and against homophobia.(Photo by Giuseppe Ciccia/NurPhoto via Getty Images)

Un luogo sicuro, dove ritrovare una rete familiare in grado di accogliere ogni ragazzo e ragazza consapevole della propria identità di genere e del proprio orientamento sessuale. È  da questo presupposto che a Roma apre un nuovo centro di accoglienza e protezione per i giovani Lgbtq+ vittime di violenza e discriminazioni in famiglia.

Molto spesso giovani e giovanissime, che trovano il coraggio di fare coming out con i loro genitori, non ricevono la solidarietà e l’amore sperato e dovuto. Per uscire da una condizione contrassegnata da violenza psicologica e vessazioni fisiche, molti ragazzi e ragazzi sono costretti a lasciare la famiglia e la casa ormai ostile, con la speranza di chiudere una brutta parentesi e iniziare a un nuovo futuro in totale autonomia e libertà.

Il progetto “Casa +”

Il progetto “Casa +”, promosso dalla Croce Rossa Italiana, accoglie gratuitamente a tutti i giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni che necessitano di ospitalità in un ambiente sicuro, dove trovare sostegno nella ricostruzione dei legami affettivi e orientamento nei percorsi educativi e di inclusione lavorativa.

“’Casa +’ vuole rispondere alle esigenze di protezione per vittime di omotransfobia e persone discriminate, o a rischio di violenza, per motivi connessi all’orientamento sessuale e all’identità di genere – si legge in una nota della CRI – Sostiene interventi individuali di concreto ascolto alla persona, di recupero delle risorse e di reinserimento sociale”.
Nella struttura, cruciale è l’intervento degli operatori della CRI, che aiutano i giovani e le giovani ospiti a intraprendere un percorso di crescita personale e professionale con l’obiettivo di favorire la piena autonomia della persona e la ricostruzione della rete sociale.

Come entrare nella struttura

Se si è vittima di discriminazioni e violenze all’interno del contesto sociale o familiare, si può chiedere aiuto attraverso il numero verde della Croce Rossa Italiana (800 – 06 55 10, tasto 2) attivo dal lunedì al sabato dalle 8:00 alle 20:00, oppure mandando un messaggio su WhatsApp al numero +39 370 12 88 375, attivo dal lunedì al sabato dalle 8:00 alle 20:00.

La sede della struttura non è stata resa nota pubblicamente per proteggere gli ospiti di “Casa +” da potenziali attacchi omotransfobici.

A che punto è la legge Zan?

La discussione sul ddl Zan, il disegno di legge sull’omotransfobia del deputato PD Alessandro Zan, è ancora ferma al Senato ed è stata rinviata a settembre, dopo la pausa estiva del Parlamento. Nell’ultima giornata di dibattito disponibile, il disegno di legge sull’omotransfobia è stato letteralmente ‘bombardato’ da una carica di circa mille emendamenti, in gran parte per la modifica degli articoli 1, 4 e 7, ovvero quelli su identità di genere, ‘libertà di espressione’ e libertà educativa.

Ovviamente a fare la parte del leone è stata la Lega di Matteo Salvini con 672 emendamenti, ai quali si aggiungono 20 solo dal senatore e vice presidente dell’Aula Roberto Calderoli. Altre 80 proposte di modifica al testo presentati da Paola Binetti dell’Udc, mentre anche Italia Viva di Matteo Renzi ha presentato 4 emendamenti, di cui 2 a firma del capogruppo Davide Faraone, per chiedere la modifica dei articoli. Infine 134 e 127 emendamenti sono stati presentati rispettivamente da Forza Italia e Fratelli d’Italia, con una decina dal Gruppo Misto.