Per le elezioni di Roma è in corsa anche Fabrizio Marrazzo, portavoce nazionale del Partito Gay e storico attivista della comunità LGBTQ (acronimo italiano di Lesbica, Gay, Bisessuale e Transgender e Queer) capitolina e nazionale. L’obiettivo di Marrazzo, ingegnere 44enne, è quello di fare diventare Roma una Capitale europea + Inclusiva + Ecostostenibile + Accessibile e Digitale, attraverso un programma ampio per la gestione città. Il candidato del Partito Gay guarda con attenzione alle problematiche strutturali di Roma, senza dimenticare l esigenze della comunità LGBTQ che, come dice Marrazzo al Riformista, “rappresenta il 15%, ma non ha alcuna rappresentanza istituzionale che possa incidere”.

Dal partito gay al Campidoglio. Perché i romani dovrebbero votare Fabrizio Marrazzo?

La scelta dei cittadini romani deve essere condizionata dalla volontà di avere un reale cambiamento di Roma, affinché sia una città europea, inclusiva e che sia in grado di rendere risorse quelle che ora sono criticità, come i rifiuti e i trasporti.

Quali sono le prime tre delibere da sindaco?

Il mio primo obiettivo è quello di lavorare sull’inclusione, partendo dalle scuole. Vorrei lanciare un’iniziativa forte, che parta dal Campidoglio e che coinvolga tutta la cittadinanza. Il Campidoglio dovrebbe per questo lavorare nelle scuole per contrastare i fenomeni di discriminazioni, in particolare quelli relativi all’omotransfobia. Ma oltre a questo, ho in agenda un maggiore intervento sull’emergenza rifiuti. Deve essere cambiato il sistema. Non si può solo pensare solo al riciclo, ma anche a un uso virtuoso dei rifiuti. Come accade in altre città europee, i rifiuti possono essere sfruttati anche nella produzione di energia. Il terzo punto riguarda i trasporti. Vanno riformate le società e bisogna ripensare ai servizi da uniformare su tutto il territorio di Roma. Non è concepibile che alcune zone della città non siano coperte totalmente dal trasporto pubblico. Inoltre, è necessario guardare attentamente alla manutenzione dei mezzi e delle stazioni metropolitane: le gare d’appalto devono essere trasparenti e chi sbaglia deve essere sanzionato. Il Recovery Fund è una grandissima opportunità per Roma e i fondi devono essere utilizzati intelligentemente anche per la mobilità ecosostenibile: non solo mezzi elettrici, ma possiamo pensare anche all’ibrido. Come sindaco vorrei pensare a sistemi ecosostenibili adatti a tutta la città, ripensando anche alla viabilità, per abbattere l’inquinamento e il traffico.

La mobilità è fatta anche di biciclette e monopattini elettrici…

Anche su questo aspetto è necessario fare una riflessione: deve essere normato l’uso di biciclette e monopattini. I cittadini che vogliono usare la bicicletta come mezzo di trasporto devono essere dotati di un’assicurazione, che può essere coperta in parte dal Comune. Su questo fronte possono essere attivate sinergie tra pubblici e privati per ridurre i costi dell’assicurazione soprattutto per i cittadini di fasce di reddito più basse. La polizza non è sufficiente però. È necessario anche avere una educazione civica, al fine di evitare scene che abbiamo già visto, come monopattini sfreccianti, senza il rispetto delle regole stradali. Si può pensare anche a un mini patentino per chi guida un monopattino o una bicicletta, che si può ottenere dopo aver conseguito un semplice corso online.

Le piste ciclabili di Roma però non sono adatte a percorrere lunghi tratti di strada. Lei cosa farebbe in merito?

Come Partito Gay abbiamo diverse istanze, tra cui quella ecologista, ambientalista e animalista. Nelle diverse città in cui ci siamo candidati abbiamo notato che non c’è un percorso lineare e sicuro per i ciclisti. Bisogna quindi a una nuova logica della ciclo mobilità, che tenga conto anche delle diverse zone della città. Anche in questo ambito ci viene in aiuto il Recovery Fund, i cui fondi possono essere utilizzati per riprogettare la città in senso ecosostenibile.

Roma nelle scorse settimane ha registrato un’escalation di episodi di omotransfobia. Quali sono le misura che pensa di adottare per contrastare questi fenomeni?

Il Partito Gay è in prima linea per combattere gli episodi di omotransfobia a Roma e in tutto il paese. Purtroppo riteniamo che gli emendamenti al Ddl Zan abbiano peggiorato la norma, perché hanno eliminato totalmente l’aspetto della prevenzioni di tali fenomeni. D’altro canto, la stessa legge blocca la formazione nelle scuole che, seppur citata nel testo di legge, diventa difficile da osservare.

Per contrastare l’omotransfobia il Partito Gay vuole partire dall’attività culturale e di prevenzione, con campagne da realizzare in tutti i municipi di Roma durante l’anno, alla pari di quello che avviene nelle altre capitali europee. Ma anche progetti all’interno delle scuole attraverso una comunicazione continua. In questo modo riusciamo a sradicare il seme dell’odio.

Che ne pensa dell’amministrazione Raggi?

L’amministrazione Raggi ha avuto un’occasione che ha perso. Sicuramente la città è difficile da governare, ma la sindaca poteva lavorare in modo differente. C’è da sottolineare però che l’opposizione ha fatto una guerra al massacro contro la Sindaca. Ma chi è nelle opposizioni deve lavorare per il bene dei cittadini e solo in un secondo momento, alla fine del mandato, si possono imputare nefandezze ed errori.