Quella bionda mitica e iconica, timida e brillante di Grease: una leggenda. Si chiamava Sandy il personaggio che Olivia Newton-John interpretava in dei musical più popolari della storia del cinema. L’attrice e cantante australiana è morta lunedì a 73 anni, nel suo ranch di Santa Barbara in California. A consegnarla alla storia del grande schermo quell’interpretazione del 1978, a consegnarla alla storia della musica quei suoi quattro dischi che a cavallo tra anni Settata e Ottanta vendettero più di due milioni di copie. La notizia della morte ha fatto in pochi minuti il giro del mondo.
A darla il marito John Easterling, tramite la pagina Facebook della cantante. L’uomo ha scritto che la moglie si è spenta “serenamente nel suo ranch nel sud della California, circondata da familiari e amici”. La prima volta che venne diagnosticato il cancro al seno era il 1992, Newton-John aveva 44 anni, era guarita e successivamente era diventata un’attiva promotrice della ricerca scientifica. E nel 2013 aveva fatto sapere della recidiva, che aveva colpito anche la spalla, e che l’aveva costretta a rinviare un tour tra Stati Uniti e Canada.
Un tumore alla schiena le venne diagnosticato nel 2017, alla base della colonna vertebrale. “Olivia – ha scritto il marito – è stata un simbolo di trionfi e speranza per oltre 30 anni condividendo il suo viaggio con il cancro al seno. La sua ispirazione curativa e la sua esperienza pionieristica con la fitoterapia continuano con il Fondo Olivia Newton-John Foundation, dedicato alla ricerca sulla fitoterapia e sul cancro. Al posto dei fiori, la famiglia chiede che qualsiasi donazione sia fatta in sua memoria alla Fondo della Fondazione Olivia Newton-John”.
Olivia Newton-John era nata a Cambridge nel 1948. Dopo l’infanzia e l’adolescenza in Australia nel 1966 si era trasferita nel Regno Unito dove avrebbe registrato il suo primo singolo, Till you say be mine. Era nata cantante, prima che attrice. E partecipò anche all’Eurovision, classificandosi quarta con il brano Long Live Love. Grease, il punto di non ritorno, la svolta assoluta, le diede una popolarità clamorosa, mondiale. E lei, nei panni di Sandy Olsson, al fianco di John Travolta, divenne un’icona: con il suo look total black, pelle nera e capigliatura cotonata.
Da allora avrebbe pubblicato numerosi singoli di successo, vinto diversi premi Grammy e sarebbe partita per diversi tour mondiali. “Paura? No. Mio marito mi è sempre accanto, mi sostiene e sono convinta che sconfiggerò la malattia: questo è il mio obiettivo”, aveva raccontato. E nel 2017, nonostante le ricadute, aveva girato gli Stati Uniti con l’album Live On. “Amo cantare, è tutto ciò che so fare – aveva detto in un’intervista -. Tutto ciò che ho fatto da quando avevo 15 anni, quindi è la mia vita”. Dopo il grande successo del singolo Physical, seguito dall’omonimo album, sarebbe stata consacrata con la sua stella sulla Hollywood Walk of Fame.
L’ultima terribile diagnosi nel 2019. E lei non aveva voluto neanche sapere quanto tempo gli restasse da vivere. “In quanto essere umano, ciascuno ha una prospettiva di vita. La nostra condizione è quella di morire, prima o poi. Il cancro ti fa ragionare su questo ma in fondo nessuno può sapere quando accadrà”, disse in una delle sue ultime apparizioni televisive. La famiglia chiede “a tutti di rispettare la privacy della famiglia in questo momento molto difficile”.
Straziante ed emozionante anche il ricordo di John Travolta, l’attore che al suo fianco in Grease vestiva i panni di Danny Zuko: “Mia cara Olivia, hai fatto così tanto per rendere le nostre vite migliori. Il tuo impatto è stato incredibile … Ti ho amato tanto. Ci rivedremo ancora lungo il cammino e saremo di nuovo uniti, di nuovo insieme. Sono sempre stato tuo dal primo momento che ti ho vista e lo sarò sempre. Il tuo Danny, il tuo John”.
