Aerospazio, opportunità per le zone interne della Campania

In Campania l’aerospazio è un settore leader in termini di ricerca, sviluppo, progettazione e occupazione. Basti pensare che coinvolge direttamente 12mila lavoratori, ovvero il 22 per cento degli occupati nel settore in Italia, esportando un valore corrispondente a un miliardo 147 milioni in un anno. Numeri generati da 159 imprese, tra cui 22 di grandi dimensioni. Ma come un sassolino tirato in uno stagno, l’eccellenza del comparto aerospaziale genera migliaia di cerchi che toccano tutti gli altri settori e che di riflesso si sviluppano, crescono e creano occupazione: sono circa 48mila le persone il cui lavoro dipende dal settore dell’aerospazio.

L’effetto positivo diventa pioggia di opportunità in quel un deserto imprenditoriale che sono le aree interne della Regione: proprio in quelle zone si concentra la maggior parte delle grandi aziende. «La presenza dell’aerospazio in questi territori è importantissima – spiega Andrea Esposito, titolare della Laer, azienda specializzata nella realizzazione di aerostrutture complesse – perché le aziende ad alto contenuto tecnologico sono trainanti anche per altri settori industriali. Dobbiamo ricordare che dalla ricerca nel settore aeronautico ha tratto beneficio da sempre anche l’industria medicale». E questo succedeva pochi mesi fa, quando, all’inizio della pandemia, il distretto aerospaziale campano guidato da Luigi Carrino ha messo insieme università e aziende per la realizzazione di ventilatori polmonari, introvabili all’epoca ma indispensabili per le terapie intensive regionali.

Tra le aziende che parteciparono al progetto c’è la Powerflex di Piero Di Lorenzo che spiega: «La storia dei ventilatori polmonari sottolinea ancora una volta quanto il distretto aerospaziale può fare in termini di ricerca e innovazione, non solo nel suo settore. E in Campania questo è fondamentale perché allarga il nostro raggio d’azione e coinvolge territori altrimenti abbandonati. La nostra filiera produttiva è determinante per tutti i settori subordinati che, lavorando con noi, si adeguano ai nostri standard tecnologici, innovativi e qualitativi». «È essenziale – continua Di Lorenzo – che le aziende impegnate nel settore spaziale restino e soprattutto abbiano le possibilità di crescere nel nostro territorio». Il motivo lo spiega Paolo Cerbolini, amministratore unico del consorzio Antares, leader nella produzione e progettazione di strumentazione per programmi spaziali: «Le nostre imprese operano in un settore che richiede e genera nuove tecnologie, servizi intensivi legati alla conoscenza, nuovi prodotti e nuove forme di cooperazione – sottolinea – stimolando l’innovazione e creando nuovi posti di lavoro in un settore altamente competitivo». Per permettere all’aerospazio di continuare a essere il fiore all’occhiello della nostra terra servono sforzi e attenzione da parte delle istituzioni. E ora che l’avvento del Covid- 19 ha procurato ferite enormi nel tessuto produttivo, la presenza di Regione e Governo nazionale diventa vitale.

«Innanzitutto è fondamentale che gli interventi governativi e regionali siano tempestivi e le procedure amministrative trasparenti e semplici, perché è ormai chiaro a tutti che la lentezza della burocrazia è il principale ostacolo alla ripresa soprattutto per le piccole e medie imprese – continua Cerabolini – Al momento, i vari interventi specificamente pensati per le piccole e medie imprese hanno spesso come obiettivo principale la compensazione dei mancati guadagni e solo marginalmente sono a sostegno del potenziale imprenditoriale che contraddistingue le aziende del nostro settore. Per non perdere competitività bisogna mantenere i livelli di investimento pre-Covid e puntare sulla diversificazione di prodotti e clienti».

Produzione, analisi di mercato e progettazione vanno a braccetto con ricerca e sviluppo che non devono passare in secondo piano. «È fondamentale che le aziende abbiano facile accesso ai fondi per investire in questi ambiti – osserva Di Lorenzo – e mettere a punto progetti di ricerca a lungo termine e che permettano di stare al passo con l’innovazione». Dello stesso avviso anche Andrea Esposito che spiega: «Dovremmo avere una disponibilità governativa settoriale nell’immediato per sostenere l’industria attraverso la ricerca e successivamente rivedere la politica industriale aeronautica italiana. Lo sviluppo dell’industria spaziale campana costituisce, perciò, non solo una priorità dettata dall’agenda della competizione internazionale, ma un’opportunità strategica per la nostra Regione che non possiamo permetterci di sottovalutare». «L’industria spaziale italiana deve essere supportata in quanto asset strategico per il Paese – conclude Cerabolini – altrimenti rischiamo di perdere know how e competenze e, quindi, competitività in un settore ad alto contenuto di conoscenza nei confronti di realtà affermate come Francia, Regno Unito e Germania, con gravi danni economici di lungo periodo».