Il sindaco di Afragola Antonio Pannone è arrivato in corso Vittorio Emanuele III poco dopo le 23:00. La scorsa notte, intorno alle 23:10 è esploso un ordigno sul corso, l’ennesimo nel comune in provincia di Napoli negli ultimi mesi, nella strada, centralissima, che ha danneggiato la serranda di un’attività commerciale. “Sono rimasto sul posto fino alle 3:00, preoccupato potessero esserci danni anche alle persone – dice a Il Riformista Pannone – Fortunatamente non ci sono stati feriti. L’ordigno avrebbe potuto creare seri danni anche alle persone”.
Sul caso indagano i carabinieri di Castello di Cisterna. Il boato sentito a chilometri di distanza, anche nei comuni vicini al centro di circa 62mila abitanti nell’area Nord di Napoli. Proprio come a inizio ottobre, quando un ordigno era esploso sempre sul corso Vittorio Emanuele, a un centinaio di metri di distanza, aveva distrutto un ufficio e la sede dell’Eni; e come lo scorso agosto una bomba carta era esplosa davanti al portone di uno stabile in via Pio La Torre. Questa volta essere danneggiato un negozio di abbigliamento, Voyou.
Nessun ferito ma la stagione delle bombe ad Afragola allarma, preoccupa, mette apprensione nei cittadini. Alcuni parlano di città ormai invivibile, altri si lanciano in paragoni con Kabul. “È indiscutibile il fatto che Afragola non è più una città sicura e che la gente comincia ad avere paura anche di camminare per strada”, scriveva Pannone lo scorso ottobre, prima essere eletto sindaco al ballottaggio, candidato con una coalizione di centrodestra con Fratelli d’Italia e Lega, e con il 51,35% dei voti alla fine di una campagna elettorale durissima.
“Parliamo delle 23:10, un orario in cui c’è ancora tanta gente in giro. Se stanotte fosse passato un pedone, ma anche un’auto, nel momento dell’esplosione i danni sarebbero stati probabilmente irreparabili. Sicuramente c’è una forte preoccupazione ma non bisogna farsi travolgere dall’allarmismo sterile e lavorare alle sinergie tra istituzioni e forze dell’ordine”, dice il primo cittadino, insegnante di materie umanistiche, storia, giornalista pubblicista. Già vicesindaco per cinque anni, assessore, presidente del consiglio comunale, consigliere. “Se gli afragolesi mi sceglieranno come loro Sindaco, mi attiverò immediatamente per aprire un tavolo di confronto permanente con il nuovo Prefetto di Napoli, affinché in maniera coordinata tra le Forze dell’ordine e la Polizia Locale ci possa essere la massima copertura del territorio dal punto di vista della vigilanza”, scriveva ancora in campagna. Poi il prefetto è cambiato, è un momento di transizione da Marco Valentini a Claudio Palomba. “Ho parlato molto con le forze dell’ordine presenti sul territorio. Non ho sentito io la prefettura ma lo ha fatto la deputata Pina Castiello che ha chiesto un tavolo di concertazione e che prenderà iniziative anche con il ministero dell’Interno”.
E quindi, agli afragolesi cui aveva molto parlato di sicurezza, di rafforzamento delle forze di polizia, potenziamento della videosorveglianza e dell’illuminazione, della creazione di una figura dirigenziale per i vigili, e che ora vogliono risposte? “Confermo che vanno rinforzate le forze dell’ordine. Siamo reduci da una stagione di commissariamento che ha trascinato un immobilismo totale. I militari ieri notte mi hanno chiesto se ci fossero telecamere sul corso: sicuramente ci sono telecamere di privati, delle attività commerciali, ma bisogna fare in modo che ci siano anche impianti pubblici e quindi gestiti dalle forze di polizia locale. Il che significa comunque avere personale che garantisce il funzionamento e la gestione. Sono cose non semplici ma le possibilità ci sono. E credo che con il Pnrr le possibilità aumenteranno e che le associazioni potranno darci una mano”.
Pannone non si avventura sulla matrice dell’ordigno: certo tutti pensano al racket, alla Camorra. “Già due anni fa ci fu un periodo simile, con diversi episodi in pochissimo tempo: arrivò al Comune anche l’allora ministro Matteo Salvini. Era il gennaio 2019. Ad Afragola c’è stata una guerra di clan e storicamente gruppi egemoni dal punto di vista criminale, ma questa escalation degli ordigni, almeno con questa frequenza, è qualcosa che riguarda gli ultimi anni. Potrebbe segnalare la frammentazione delle organizzazioni? Perché no. Così come negli ultimi anni si parla molto di gruppi di giovanissimi che si muovono in maniera avventata”. A lui non risulta un allarme estorsioni: “No. Non mi risulta ci siano state tante denunce, e sono da anni molto presente attivo sul territorio e nella società. Ieri ho incontrato le tre sorelle che gestiscono l’attività commerciale colpita ed erano sconvolte, frastornate, totalmente disorientate. Non avevano avuto alcun segnale che potesse anticipare quello che è successo, nessuna richiesta estorsiva. Si chiedevano il perché”.
