La confessione dell'omicidio dell'imprenditore
Amici da 30 anni, lo uccide a fucilate in azienda: “Fausto Gozzini mi ha rubato 400mila euro, mi sono tolto un peso”
Domenico Gottardelli è arrivato presso la sede dell’azienda, è sceso dall’automobile con un fucile da caccia e ha sparato dritto al petto di Fausto Gozzini, il titolare della ditta Classe A Energy a Casale Cremasco, suo amico da una trentina d’anni. L’uomo ha confessato stamattina, davanti al gip nell’interrogatorio di garanzia. Ha parlato di un conto in sospeso tra i due: 400mila euro, che sarebbero spariti dalla sua abitazione. E Gozzini era l’unico ad avere le chiavi di casa mia. L’omicidio ha sconvolto la provincia di Cremona.
“Eravamo amici da una vita e lui mi ha rubato 400mila euro in contanti. Mi sono tolto un peso”, ha detto l’uomo al gip Elisa Mombelli che lo ha interrogato. Gottardelli ha 78 anni, è un ex idraulico in pensione, vive a Covo, in provincia di Bergamo. Anche Gozzini era originario della bergamasca. “Eravamo molto amici, da trent’anni. Andavamo spesso a cena e a fare i viaggi insieme. Fausto frequentava la mia cameriera, l’unica, insieme a me, ad avere le chiavi di casa mia. Fausto aveva la disponibilità della mia casa. In garage avevo 400 mila euro”.
Quella sorta di tesoretto che l’uomo aveva messo da parte qualche anno fa era sparito. La cameriera aveva negato il coinvolgimento suo e di Gozzini ma il 78enne non ha evidentemente creduto a quella versione. “Ho fatto due più due. Era l’unico che poteva entrare in casa mia. Me li ha portati via lui. Non l’ho più frequentato. Gli telefonavo ogni tanto per scambi di auguri. In questi anni mi sono macerato dentro, non dormivo più di notte, avevo l’ansia”.
Lo scorso mercoledì mattina Gottardelli avrebbe deciso: ha telefonato all’amico che gli ha detto che era in azienda, che aveva rilevato tre anni fa. “Passa pure”. Prima di arrivare alla sede della Classe A Energy è passato a salutare il fratello Giuseppe, quindi ha continuato dritto per Casale Cremasco. Quando è arrivato ha tirato fuori il fucile e ha aperto il fuoco. “Il fucile è di un signore che mi aveva chiesto di tenerglielo, perché lui ha un figlio in comunità”. Il primo è partito accidentalmente contro il pavimento, il secondo è andato a segno, dritto al petto del 61enne. Per Gozzini non c’è stato niente da fare. Erano presenti anche la moglie, un figlio di Gozzini e alcuni dipendenti al momento del delitto.
“Mi sono seduto sul divano, ho appoggiato il fucile, ho detto alla moglie e al figlio di Gozzini di chiamare l’ambulanza e i carabinieri. Io sono sereno, mi sono tolto un peso”. Sul posto si è scatenato il panico. Anche una telecamere avrebbe ripreso il 78enne che imbracciava il fucile secondo Il Giorno. Gozzini aveva rilevato l’azienda tre anni fa. La famiglia della vittima è rappresentata dall’avvocato bergamasco Emilio Guel. “Il mio cliente si rende perfettamente conti di quello che ha fatto, ma è tranquillo perché mi ha spiegato che è come si fosse finalmente liberato di un macigno”, ha riferito l’avvocato Santo Maugeri.
© Riproduzione riservata





