Attenzione agli algoritmi e ai totem della falsa efficienza, snaturano il processo

L’intervento di Domenico Ciruzzi sul momento giudiziario che oggi viviamo permette alcune riflessioni. Impone anzitutto ricordare tutti i giuristi e gli uomini della cultura, da Cesare Beccaria a Mario Pagano fino a Piero Calamandrei e tutti i padri della nostra Costituzione, che su questi temi hanno scritto pagine fondamentali della nostra storia per mettere al centro del processo penale la presunzione di innocenza e la dignità dell’essere umano. Purtroppo, il decorso del tempo e l’ingresso dell’informatica, che nel processo civile hanno fatto prevalere la componente utilitaristica in nome della sbandierata efficienza e nel processo penale preconcetti e stilemi non dissimili da quelli alla base delle vecchie ideologie della ‘lotta al diverso’, hanno sgretolato ogni attenzione verso l’essere umano che ne è il protagonista.

Contano i numeri, si ragiona con in una mano le statistiche ed ecco pronti luoghi comuni e preconcetti che sono poi alla base delle poco lusinghiere statistiche dei rinvii a giudizio che all’udienza preliminare – che nella logica del legislatore doveva fungere da serio filtro per lunghi e inutili dibattimenti assolutamente da evitare allorquando l’indagine non lasciava prospettare soluzioni di colpevolezza – raggiungono percentuali elevatissime, smentite soltanto da pochi ed illuminati esempi che tengono conto che anche un rinvio a giudizio ed un processo possono distruggere per sempre sul piano economico e morale vite umane ed intere famiglie (oltre a danneggiare lo stesso settore giustizia). Quando si dà troppo spazio a statistiche, algoritmi, dove si esalta il totem della falsa efficienza, quando la vita delle persone viene banalizzata dall’astrattezza dei numeri, ecco l’egemonia della ragione sui sentimenti: in sintesi la vittoria di una finta cultura anglosassone su quella latina.

Ed è a tutti noto che quando la Giustizia perde la sua memoria storica, quando il processo disattende le premesse per cui lo stesso è stato costruito nello stato moderno, tutto diventa possibile, anche rieditare gli orrori del passato come è accaduto quando abbiamo dovuto pronunciare nuovamente la parola guerra dopo anni in cui la memoria degli orrori si è purtroppo persa. L’idea del processo che serve “ad altro”, nella attuale visione e vulgata europeista “ad attrarre gli investimenti”, altro non è che un tratto caratteristico dei regimi autoritari: ed è utile qui richiamare gli studi e le analisi fatte dai consulenti del processo di Norimberga e scoprire come le terribili idee del Terzo Reich sul processo fossero sbandierate proprio nel nome di freddi numeri e del più rigoroso efficientismo.