Auto sull’asilo, parla la mamma di Lavinia investita a 16 mesi fuori la scuola a Velletri: “Nessuno può riportarti indietro tuo figlio”

Un’auto che investe un piccolo indifeso davanti alla scuola. Quella drammatica scena che si è verificata fuori l’asilo di Pile, frazione de L’Aquila, apre una ferita enorme per Lara Liotta, mamma di Lavinia Montebove. Il 17 agosto 2018 la sua piccola fu investita nel parcheggio del suo asilo a Velletri dalla mamma di un altro bambino dell’asilo: aveva 16 mesi quando gattonando uscì da sola, lontano dagli occhi della maestra, nello spazio antistante la scuola e fu investita da un’auto. Da allora la piccola Lavinia è in stato vegetativo di semi coscienza. Lara conosce bene il dolore che sta vivendo la mamma del piccolo Tommaso, il piccolo di 4 anni morto nell’incidente all’L’Aquila: “Io e mio marito ci siamo immedesimati in quel dolore. Anche noi abbiamo celebrato i funerali di nostra figlia che non c’è più sotto molti punti di vista”.

Per Lara la vicenda dell’asilo abruzzese riapre una ferita mai rimarginata. “Ho sentito tutto il dolore e lo sgomento della prima notte per tutte le persone coinvolte – dice Lara – Ci sentiamo vicini ai genitori del piccolo Tommaso e dei bimbi feriti, colpiti mentre stavano giocando. Oggi per la mamma di Tommaso è il giorno del dolore e del silenzio. La sentiamo tanto vicina. Al di là di ogni responsabilità nessuno può riportarti indietro tuo figlio”.

Racconta che la notte in cui Lavinia fu investita ricevette la solidarietà di altri genitori che avevano vissuto il suo stesso dramma. Le dissero una frase che lei si porta nel cuore da allora: “Adesso non vedi futuro, ma il futuro c’è e lo vivrai giorno per giorno perché c’è ancora da vivere. Col tempo ho capito quanto fossero vere quelle parole. Ed è questo che oggi vorrei dire alla mamma di Tommaso”.

Lavinia uscì da sola dall’asilo, dove i genitori la portavano tutti i giorni accordando alla maestra tutta la loro piena fiducia. Furono rinviate a giudizio la maestra, accusata di abbandono di minore e la mamma che era al volante dell’auto che ha investito Lavinia, accusata di lesioni colpose gravissime. A L’Aquila, secondo una prima ricostruzione una Volkswagen Passat, di proprietà di una mamma che stava andando a prendere due gemelli proprio nell’asilo in cui è avvenuto l’incidente, è piombata nel cortile e ha investito sei bambini, tra cui il piccolo Tommaso. Si indaga per capire cosa sia successo e se il freno a mano fosse inserito nell’auto lasciata vicino alla scuola e con all’interno il figlio 11enne della donna. Una cosa è certa: un drammatico incidente stradale ha provocato vittime tra i più piccoli proprio fuori scuola, in un’area che dovrebbe essere assolutamente sicura e libera da ogni pericolo.

“Tutto questo non dovrebbe mai succedere – continua Lara – E invece succedono ai bambini ed è sempre colpa degli adulti. C’è bisogno di maggiore sicurezza e consapevolezza dei rischi di questo tipo. Bisogna fare tanta attenzione nei luoghi dove possono esserci bambini. Per esempio noi prima che Lavinia fosse investita non avevamo mai fatto caso a una serie di dettagli che sarebbero potuti essere pericolosi per i bimbi. A L’Aquila non si capisce bene perché l’area gioco fosse vicino al passaggio delle auto. C’era una recinzione per proteggere i bambini ma non abbastanza resistente da proteggerli da un’auto”.

Per Lara Liotta bisognerebbe fare molte cose per impedire che tragedie come quelle capitate a Tommaso e Lavinia possano succedere ancora. “Innanzitutto bisogna rispettare le regole sulla sicurezza nei luoghi per i bambini – dice – Qualcosa in più con le leggi si può fare. Servono spazi recintati o interdetti al traffico in prossimità delle scuole. E poi gli adulti, i genitori, devono avere maggiore buon senso: basterebbe avere meno fretta quando si accompagna un figlio a scuola, parcheggiare più lontano e fare a piedi pochi passi in più per evitare qualsiasi pericolo e tutelare i bambini. Questo lo dico da mamma che magari tutti i giorni fa errori anche dentro casa. Ma bisogna farci caso e fare attenzione. Troppo spesso a certe cose si fa caso solo dopo che succedono le tragedie”.

Lara, insieme a suo marito Massimo Montebove, si fanno in quattro tutti i giorni, seguono Lavinia 24 ore su 24, è dura ma loro sono felici di avere ancora accanto la loro piccola. E ogni minimo stimolo, ogni piccolo gesto o sorriso di Lavinia gli riempie il cuore e gli dà la forza per sperare e lottare ancora. Una lotta che non è solo quotidiana ma è anche un calvario giudiziario per avere giustizia per Lavinia che dura da tanto tempo. Su di loro aleggia l’ombra della prescrizione, e questo addolora ancora di più i due genitori. “Recentemente la procura ha accelerato i tempi”. E intanto attendono con il fiato sospeso le prossime udienze del 30 maggio e del 6 giugno, data in cui le imputate avrebbero chiesto di poter essere ascoltate.