L’affaire ex Ministro Sangiuliano – Boccia è andato come andato, forse interverrà la magistratura a dipanare qualche sospeso e forse ci sarà ancora qualche notizia a scoppio ritardato.
Le dimissioni hanno forzatamente detonato tanto i fatti quanto le ambizioni della giovane consulente che ne esce convintamente tronfia anche se priva del tanto voluto contratto di incarico ministeriale.
A questo punto, come le spiegazioni ai titoli di coda, resta ben poco da aggiungere.
Però una cosa vi è da dire: dopo decenni in cui ci si è lamentati delle donne fragili nel mondo del lavoro (e non solo), questa storia restituisce una moderna eroina della vendetta, di chi non ha pianto le sue delusioni in qualche sindacato ma si è fatta giustizia da sé con lucidità composta e programmata e con la consapevolezza delle debolezze maschili e la chiara intenzione di avvantaggiarsene.
Così come le eccezioni confermano le regole, così la Boccia non riscatta la generale debolezza contrattuale ma solo sé stessa. Non si aggancia ai temi generali della parità (che pretendono pari opportunità in presenza di pari meriti) ma appaga solo la propria personale sete di rivalsa per il mal torto subito.
Per quanto di base siamo difronte ad una donna privata (giustamente o ingiustamente) di una promessa, proprio non si riesce ad innalzarla a modello di emancipazione femminile soprattutto per il percorso intrapreso: non quello che passa dal lavoro, dalla fatica e dal sacrificio ma dalle scorciatoie, dai favori, dalle conoscenze se non addirittura dai presunti compromessi.
In tempi in cui il cinismo dell’avere ad ogni costo ha inquinato la morale, potrebbe anche eleggersi ad “astuta”, a “coraggiosa”, pensare che così fanno tutte o che così dovrebbero fare tutte.
Ma la verità non è questa. La parità per cui le donne si battono non è questa e non deve essere questa.
La vicenda allora è stata solo un triste teatrino di ambizioni personali mescolate alla solita insaziabile mascolina vanità di un uomo di potere dove dopo decenni di casi analoghi, seguiti dalla decadenza e dal pubblico imbarazzo, l’ex Ministro Sangiuliano sembra solo l’ultimo in ordine di tempo.
Nessun contributo alla parità vi è stato da parte della Boccia e altrettanto nessun da Sangiuliano che pare credeva di potersi appellare alla solita inferiore credibilità che vergognosamente la società consegna alle donne.
E poi ancora ci chiediamo perché la parità di genere è ferma al palo di oltre un ventennio fa auspicando (ipocritamente) ad un cambiamento culturale.
Ma di cosa stiamo parlando?
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