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Lobby e incantatori di serpenti

Parlamento italiano, il finanziamento ai partiti

Spiegare la differenza tra il lobbista e il venditore di fumo non è semplice. Non trovo modo migliore che raccontare un aneddoto tratto dalla mia esperienza. Il governo in carica decide di adottare un pacchetto di disposizioni di legge destinate a risolvere alcuni tra i maggiori problemi nei quali si dibatte l’economia nazionale.

Tra queste misure ce n’era una che infliggeva un danno rilevante a un comparto industriale. I maggiori operatori che avevano investito in quel comparto percepiscono, oltre al danno, la beffa di un intervento normativo che li penalizza senza, a loro dire, nemmeno generare quel beneficio per i consumatori che il governo affermava essere il vero obiettivo della manovra.

La loro tesi era che il governo aveva ponderato male gli interessi in gioco, per tante possibili ragioni: perché la sua priorità era mostrare all’opinione pubblica di essere in grado di assumere decisioni tempestive, quindi aveva legiferato in fretta senza un’analisi accurata dei costi e dei benefici, oppure magari perché quella misura dava respiro, più che ai consumatori, ad alcuni ben noti operatori economici.

I nostri malcapitati investitori pensano che l’iter di conversione del decreto-legge sia il momento opportuno per spiegare ai parlamentari e, perché no, allo stesso governo che di errore si trattava, e che l’errore sarebbe stato giusto correggerlo. Si rivolgono a noi di Telos Analisi e Strategie e si sentono rispondere che “difficilmente, nel breve volgere dell’esame parlamentare, il decreto sarà emendato: su questa specifica misura il governo non indietreggerà, perché non può sconfessare a stretto giro di posta l’annuncio del presidente del Consiglio. Senza contare che i gruppi parlamentari di maggioranza non vorranno certo aprire una frattura su una questione, dopotutto, microsettoriale“.

Da lobbisti professionisti sappiamo che, nel nostro mestiere, la scelta dei tempi è essenziale: con il governo avremmo dovuto parlare prima, non dopo l’adozione del decreto. Peccato, recriminano gli investitori, che non ci sia stato dato il modo di contribuire alla fase istruttoria: forse avendo a disposizione un patrimonio informativo e documentale più completo e articolato, il governo sarebbe giunto a conclusioni diverse. Già, peccato: ma è tardi.

A noi lobbisti non manca la conoscenza dell’iter parlamentare e, quindi, la capacità di indicare le occasioni di ascolto (audizioni, incontri con i rappresentanti dei gruppi parlamentari nelle commissioni competenti) e le possibili proposte (emendamenti, ordini del giorno) da sottoporre alle Istituzioni: ma il tempo era poco e i margini proibitivi. Abbiamo provato in ogni caso a fare qualcosa, con risultati modesti. Ma sempre maggiori della lobby ad impatto zero che ci aspettavamo.

In parallelo i nostri investitori hanno creduto di avere a disposizione anche un’altra carta: il venditore di fumo, al tempo battitore libero. Tutta un’altra musica: laddove noi vedevamo un processo decisionale ormai definito, il Mr. Wolf nostrano vedeva porte da aprire, amici da contattare, antichi meccanismi da oliare e, soprattutto, una grandiosa visione onirica da vendere: “Venite da me, con un paio di telefonate ci penso io. Come? Non vi preoccupate, sono amici, basta parlare con le persone giuste…” Già: perché il Mr. Wolf, in fondo, è un incantatore, un talentuoso venditore di sogni.

O forse (ma non c’è molta differenza) un funambolico venditore di sé stesso. Il suo talento non sta solo nel costruire e coltivare una rete di rapporti, ma nell’attirare i malcapitati che si rivolgono a lui in un fantasioso gioco di specchi nel quale la luce del potere (quello vero) si riverbera su chi, come lui, dei potenti ha il numero di cellulare.

Il lavoro del facilitatore è tutto qui: vendere illusioni. E proprio questo è accaduto. E quando i nostri clienti, che disperati, oltre a noi avevano assunto pure lui, in nostra presenza gli chiedono conto dell’esito di quel famoso paio di telefonate, cosa ha risposto? “purtroppo il mood del governo è cambiato“.

Spero di esser riuscita a farci distinguere dal Mr. Wolf de ‘noanrti, colui che distrugge quotidianamente la nostra reputazione.

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