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Lobby e mazzette sono parenti? No

Lobby e mazzette sono parenti? No

Sono una lobbista da ormai tanti anni e non ho mai visto una mazzetta in vita mia. Non saprei proprio come si danno e che forma devono avere. Se dovessi collaborare alla sceneggiatura di un film, consiglierei di rappresentarle con una valigetta, la classica 24 ore color cuoio. Ma sarebbe comunque fuori moda. Chi le porta più valigie del genere?

Quando mi chiedono che lavoro faccio, alcuni ancora oggi rispondono: “ah, prendi e dai mazzette?”. Rimangono delusi quando racconto le cose noiose e poco avventurose che riempiono la mia giornata lavorativa. Noiose per loro che mi immaginavano come una insospettabile signora che nasconde un’indole da gangster, divertenti per me. Dopo tanti anni, trovo ancora appassionante studiare a fondo una norma e capire quali saranno le conseguenze per il settore che rappresento e se il legislatore ne sia consapevole.

Capita che la norma danneggi un settore e che i politici o i dirigenti pubblici che l’hanno pensata non ne siano coscienti. Non gridate subito allo scandalo. È del tutto normale. Politici e dirigenti pubblici non possono avere la stessa conoscenza di una particolare attività come chi la vive tutti i giorni. Proprio per questo trovo incredibile e controproducente che, ancora oggi, molti decisori politici adottino la strategia “è troppo presto-è troppo tardi”. Mi spiego. Noi lobbisti chiediamo di essere ascoltati prima che una norma sia pubblicata, ad esempio in Gazzetta Ufficiale, o, detto con i soliti paroloni della burocrazia, trasmessa al Parlamento. Se lo facciamo prima della pubblicazione, spesso ci dicono che è troppo presto; se lo facciamo dopo, va da sé che è troppo tardi.

Invece sarebbe utile se il settore produttivo del Paese avesse l’opportunità di dare il suo contributo informativo prima della pubblicazione di una norma. Le leggi sarebbero migliori. Infatti il lobbista porta informazioni, non mazzette.

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