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Lobby vs fundraising

Lobby vs fundraising

Comunicazione, congressi, viaggi, comizi, incontri con i cittadini, affitti, personale, la struttura organizzativa… la politica ha un costo. Chi lo paga? Un tempo lo pagavano i cittadini. Era considerato un contributo per garantire il funzionamento della democrazia. Ma la maggioranza degli italiani non la vedeva in questo modo, tanto che nel 1993 il referendum per la sua abolizione, voluto da Marco Pannella, ottiene il 90% dei consensi. Ma per il finanziamento pubblico non è ancora la fine. Di fatto, il contributo rimane sotto forma di rimborsi elettorali, che progressivamente aumentano il loro valore.

Il rubinetto pubblico si chiude, quasi definitivamente nel 2014, con la legge Letta. Evviva, i cittadini finalmente si sono tolti dal groppone il costo della politica! esultano alcuni.

A questo punto è lecito chiedersi da dove vengano i 32,2 milioni di euro di donazioni private che nel 2022 hanno finanziato la politica. Il 61% deriva dal contributo dei politici eletti, che si decurtano lo stipendio per sostenere il proprio partito. Facendo due conti, questo sistema crea una disparità. I partiti con più eletti hanno maggiore possibilità di sopravvivere e svilupparsi, mentre quelli piccoli rischiano di essere perdenti in partenza.

Tuttavia i soldi che arrivano dai politici non sono l’unica fonte di finanziamento. I partiti possono ricevere soldi da altri donatori, attraverso un’attività di fundraising.

In qualità di lobbista, qualche volta la politica mi ha chiesto di svolgere questo ruolo. Ho risposto che non è il mio lavoro. Dal mio punto di vista, per garantire la trasparenza, lobbying e fundraising non devono mescolarsi. Un’azienda dovrebbe finanziare un partito perché ne abbraccia i valori, non perché spera di ottenere leggi che ne favoriscano il business. Allo stesso modo, l’unica risposta di un partito a una donazione ricevuta da un’azienda dovrebbe essere “grazie”, non “vediamo cosa si può fare per il vostro problema”. Insomma, la politica deve accogliere le istanze dei lobbisti, perché le ritiene valide, non perché garantiscono la sua esistenza.

Meglio tenere separate le cose. Lobby e fundraising non devono diventare gemelli. Ma neanche parenti.

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