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Sono una lobbista, chiamami col mio nome

Sono una lobbista, chiamami col mio nome

Di lobbisti si parla in continuazione sui media e nelle conversazioni sui social. Soprattutto quando si vuole attribuire un potere a un’entità non ben identificata.

Ma qualcuno ne ha mai visto uno?

I lobbisti esistono veramente o sono come il sarchiapone, il minollo o l’unicorno, animali mitologici che nessuno ha mai avvistato in carne e ossa?

Sì i lobbisti esistono davvero e io, Mariella Palazzolo, ne sono la prova vivente. Mi aggiro per la città di Roma, luogo di elezione dei lobbisti per la sua vicinanza con le istituzioni, e chiamo lobby la lobby, invece di girarci intorno con espressioni più o meno chiare come public affairs e relazioni istituzionali. Da anni ho fatto questa scelta: pane al pane, vino al vino. Perché non dovrei chiamare la mia professione con il suo nome?

Per anni, con la mia società Telos A&S, abbiamo portato avanti una serie di video interviste chiamata Lobby Non Olet, la lobby non puzza. L’intento era esattamente quello di raccontare questa professione e di creare una netta distinzione tra chi fa questo lavoro con professionalità, trasparenza, e nei luoghi istituzionali, e chi pur definendosi lobbista, ne fa uno diverso, con opacità e in incontri carbonari.

Abbiamo intervistato decine di lobbisti internazionali e abbiamo avuto modo di riscontrare che la lobby soffre di crisi di identità anche all’estero. Anche negli Stati Uniti che ne vengono considerati la patria.

Ultimamente ne abbiamo parlato con Sebastián Mariz, socio di InFluence Spain che, da ispano-canadese, svolge il suo lavoro in entrambi i Paesi. “Quando sono a cena con gli amici o con persone che non conosco o con un’impresa, e qualcuno mi domanda cosa faccio nella vita, rispondo che faccio il lobbista. Nel caso della Spagna, quasi tutti mi guardano con occhi perplessi e dicono: ‘che cos’è un lobbista?’ […]. In Canada, se qualcuno mi chiede cosa faccio nella vita e io dico che faccio il lobbista, solitamente sanno chi sono i lobbisti, e la loro reazione potrebbe non necessariamente essere negativa, ma di sorpresa, perché tutti sentono parlare di lobby ma nessuno ha mai avuto l’occasione di conoscere un vero un lobbista”.

È vero che i lobbisti non sono poi così tanti. Probabilmente in Italia se ne conteranno centinaia, se includiamo i sedicenti. Ma è anche vero che molti dei validissimi professionisti che fanno questo lavoro non lo chiamano con il suo nome. E questo rende la professione ingiustificatamente misteriosa. Invece l’unicorno, al contrario di Babbo Natale, esiste: fa il lobbista.

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