L’Alligatore è uno strano tipo di investigatore. È un ex cantante blues e ama il calvados. “Bere, fumare e ascoltare blues sono le cose che preferisco in assoluto. Subito dopo ci metto far l’amore”, dice. È un irregolare, un outsider, ha modi bruschi e amici nella malavita. Proprio grazie alle sue conoscenze nella criminalità è capace di muoversi in un mondo di mezzo dove si incontrano tutti. L’Alligatore ha il volto di Matteo Martari, nella serie televisiva in otto puntate, (L’Alligatore, appunto, regia di Daniele Vicari ed Emanuele Scaringi) online sulla piattaforma gratuita Raiplay dal 18 novembre e in prima serata su Rai2 dal 25 novembre. Un nuovo investigatore per il Paese dei commissari e dei procuratori e detective che è l’Italia della televisione. Anche se questo personaggio ha tinte più noir, hard-boiled e azione, come partorito dalla penna dello scrittore Massimo Carlotto.
LA STORIA – Marco Buratti è un personaggio atipico, dunque. Ha passato gli ultimi sette anni in carcere. Ingiustamente, pur di salvare il suo amico Max la Memoria. Perciò ha l’aria fragile degli ex detenuti e un senso della Giustizia che non finirà mai appagato. È a suo agio nell’ambiente di fuori legge dove coltiva anche amicizie scomode, come quella con Beniamino Rossini, un violento contrabbandiere alla vecchia maniera. Una volta fuori l’Alligatore apre un locale di musica blues, ma il richiamo della strada torna a tirarlo dentro certi giri. Durante la detenzione aveva fatto da mediatore e paciere tra fazioni diverse della criminalità organizzata. Da libero comincia a esercitare, senza licenza, da investigatore privato con diversi penalisti proprio grazie ai suoi agganci.
La storia, come si accennava è tratta dai romanzi, editi da e/o, dello scrittore Massimo Carlotto. In tutto sono stati pubblicati 10 romanzi tra il 1995 e il 2017. La serie è ambientata prevalentemente nel nord-est italiano e tra la Sardegna e la Corsica. Il cast è composto, oltre che da Martari che dà il volto al protagonista, da Valeria Solarino, Thomas Trabacchi e Gianluca Gobbi, Eleonora Giovanardi, Shalana Santana, Andrea Gherpelli e Fausto Maria Sciarappa.
IL REGISTA – “Sono partito dalla musica, che nei romanzi di Carlotto è molto importante. Il blues: questo elemento mi ha permesso di capire fin da subito nella laguna veneta, come se fosse la nostra Louisiana”, ha detto il regista Vicari in un’intervista a RaiNews24. “La discendenza è chiara – ha continuato – viene dall’hard boiled. Attraversa tutto il secolo scorso e arriva ai giorni nostri con una forza che pochi altri personaggi hanno. Per costruire personaggio è stato necessario l’incontro con due persone. Massimo Carlotto, l’autore: ci siamo guardati negli occhi e abbiamo cercato di accordarci. Poi è stato fondamentale l’incontro con Matteo Martari. Abbiamo scavato nel Veneto che c’è in lui e ha cominciato a tirare tutta una serie di sottotesti, nel modo di parlare, di guardare, che a me ha ricordato proprio la laguna”.
