L'operazione dei carabinieri del Ros
Chi è Marco Raduano, il boss arrestato in Corsica un anno dopo l’evasione: blitz durante cena romantica
Dalla Sardegna alla Corsica. A un anno dall’evasione dal carcere di massima sicurezza di Badù e Carros, in provincia di Nuovo, il boss pugliese Marco Raduano, 40 anni, è stato catturato in terra francese dai carabinieri del Ros. Il blitz è scattato a Bastia, nel nord dell’isola, mentre Raduano era a cena in un ristorante in compagnia di una donna. Raduano, a capo della mafia garganica di Vieste, era evaso il 24 febbraio 2023 dal braccio di alta sicurezza del carcere calatosi dal muro di cinta del penitenziario con delle lenzuola annodate. Evasione che provocò la sospensione dell’allora comandante del carcere di Nuoro Francesco Dessì.
Una fuga spettacolare ripresa dalle telecamere di videosorveglianza del carcere sardo. Un anno dopo la cattura nell’isola francese che si trova a pochi chilometri di distanza dalla Sardegna di quello che è considerato uno dei principali latitanti della criminalità organizzata italiana, inserito nella lista dei criminali latitanti ricercati da Europol con Enfast.
Oltre a Raduano, è stato arrestato anche Gianluigi Troiano, 30enne di Vieste, considerato il braccio destro del boss. Troiano, stanato a Granada in Spagna mentre ritirava un pacco, era latitante dall’11 dicembre del 2021. Detto “U’ Minorenn”, era riuscito ad evadere dagli arresti domiciliari con applicazione del “braccialetto elettronico” da Campomarino, in provincia di Campobasso. Troiano era stato condannato a nove anni e due mesi di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici nell’ambito del processo denominato ‘Neve di Marzo’ l’operazione che, nel 2019, smantello’ il clan Raduano.
Chi è Marco Raduano, il boss della mafia garganica arrestato in Corsica
Raduano è stato condanno per una serie di reati fino al 2046. L’ultima condanna definitiva era arriva il 3 febbraio 2023, poche settimane prima della fuga: 19 anni di reclusione, più tre anni di libertà vigilata, dopo che la Cassazione aveva giudicato inammissibile il ricorso da lui presentato. Si tratta di una condanna legata alla maxi operazione antimafia Neve di Marzo, coordinata dalla Dda di Bari e portata a termine a Vieste nell’ottobre del 2019 quando fu sgominata un’associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico, aggravato dal metodo mafioso, che utilizzava anche armi da guerra.
Raduano, le accuse di omicidi e gli affari nel Gargano
“Il profilo criminale di Raduano è particolarmente importante” si legge nella scheda diffusa dall’Europol. “E’ al vertice dell’omonima organizzazione criminale operante sul Gargano, a Vieste, federata ad altri clan di Manfredonia, con il ruolo di promotore, organizzatore e spietato killer del gruppo, dedito al perpetrazione di omicidi, traffico di droga e gestione del racket delle estorsioni oltre che il controllo del mercato ittico così come emerso nell’inchiesta “Il mare è nostro” condotta dai carabinieri. È notoriamente conosciuto negli ambienti criminali del Gargano e di Foggia come ‘pallone‘ o ‘Woolrich‘”.
Raduano è accusato di concorso negli omicidi di Omar Trotta, a Vieste, di Giuseppe Silvestri, a Monte Sant’Angelo, e dell’agguato a Giovanni Caterino. Lo stesso Raduano riuscì a sfuggire ad un agguato avvenuto il 21 marzo 2018 mentre stava rientrando a casa, come ricorda Repubblica. Il giorno dell’evasione fuochi d’artificio sono stati esplodere a Vieste, il paese d’origine di Raduano: fuochi che sarebbero stati fatti esplodere da affiliati al clan proprio per festeggiare la fuga del boss, stanato nelle scorse ore.
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