Si è calato da un muro perimetrale del carcere di massima sicurezza di Badu ‘e Carros a Nuoro, in Sardegna, con una corda realizzata con le lenzuola. Così è riuscito ad evadere dal carcere sardo nel pomeriggio di venerdì 24 febbraio Marco Raduano, boss 39enne ritenuto al vertice dell’omonimo clan nel territorio del Gargano, a Vieste.

Raduano era detenuto in regime di alta sicurezza 3 ed aveva condanne che avrebbe finito di scontare nel 2046. Soltanto il 3 febbraio scorso gli era stata notificata l’ennesima nuova condanna, definitiva, a 19 anni di reclusione più tre di libertà vigilata.

Si trattava, come ricorda l’Ansa, di una condanna legata alla maxi operazione antimafia ‘Neve di Marzo’, coordinata dalla Dda di Bari e svolta dai militari di Vieste a ottobre del 2019 quando fu sgominata un’associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico, aggravato dal metodo mafioso, che utilizzava anche armi da guerra.Raduano, che a settembre compirà 40 anni ed è recluso dall’agosto del 2018, è il primo mafioso riuscito a scappare da un carcere di massima sicurezza in Italia. Conosciuto anche col soprannome di “Pallone”, dopo la morte del boss Angelo Notarangelo è salito ai vertici della mafia viestina: un territorio incandescente, dove dal 2015 ad oggi è in corso una guerra di mala per il controllo dei principali ‘business illeciti’ a suon di omicidi e agguati.

Lo stesso Raduano riuscì a sfuggire ad un agguato avvenuto il 21 marzo 2018  mentre stava rientrando a casa, come ricorda Repubblica.

Intorno alle 22 di venerdì fuochi d’artificio sono stati esplodere a Vieste, il paese d’origine di Raduano: fuochi che sarebbero stati fatti esplodere da affiliati al clan proprio per festeggiare l’evasione dell’uomo

In Sardegna da venerdì sera è in corso una caccia all’uomo con un enorme dispiegamento di forze di Polizia in tutta l’isola. Raduano secondo le prime ricostruzioni degli investigatori avrebbe avuto almeno due ore di tempo per allontanarsi: la sua assenza sarebbe stata accertata verso le 19 ma la fuga del detenuto, documentata da un video, risalirebbe alle 17. Inoltre prende corpo l’ipotesi che l’evasione fosse programmata e agevolata da persone che lo attendevano all’esterno.

Redazione

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