Come evitare gli sprechi alle Olimpiadi di Milano-Cortina: le strutture vanno smantellate

Attenzione alle Olimpiadi, soprattutto a quelle Invernali. Quando si ottiene l’assegnazione c’è sempre una grande euforia e si vedono straordinarie opportunità di promozione del territorio, ma c’è sempre il rovescio della medaglia. Alcuni sport necessitano di impianti molto costosi e sono praticati da poche decine di persone al mondo. Allora, certi investimenti si rivelano un buco nero. E nel paese dal capro espiatorio facile poi, a cose fatte, si va sempre alla ricerca di un qualche responsabile, ma le questioni vanno affrontate prima.

Le Olimpiadi di Milano-Cortina, infatti, rischiano di riproporre alcuni problemi che si sono già posti a Torino ed in altre città sede di Olimpiadi. Il caso emblematico è quello della pista da bob: a Cortina addirittura si parla di investire 280 milioni di euro per la costruzione di uno Sliding Center, in grado di ospitare le discipline del bob, parabob, slittino e skeleton.

Si tratta di sport davvero praticati da pochi atleti e che non potranno mai diventare discipline di massa. Allora, per evitare che gli impianti dopo i Giochi non vengano più utilizzati con tutte le ricadute negative del caso, andrebbero affrontati due temi.

Va bene il campanilismo, ma di fronte a discipline ed impianti così particolari si devono utilizzare le poche strutture già esistenti e funzionanti, senza pensare di costruirne delle nuove. Non importa se si trovano in città diverse rispetto alle sedi olimpiche e neppure se sono ubicati in uno stato diverso dell’arco alpino. Ancora, se proprio si devono realizzare nuove opere, non si abbia la pretesa di volerle riutilizzare e/o riciclare quando ciò non è possibile. Si abbia il coraggio di dire che alcuni impianti sono temporanei e verranno smantellati dopo i Giochi.