Conservatori e popolari insieme, l’equilibrismo di Meloni in Europa: la premier tra Vox, Pis e liberali

Poland's Prime Minister Mateusz Morawiecki, right, greets Italy's Prime Minister Giorgia Meloni, ahead of talks on regional security, war in neighbouring Ukraine and bilateral ties, in Warsaw, Poland, Monday, Feb. 20, 2023. (AP Photo/Czarek Sokolowski) Associated Press/LaPresse EDITORIAL USE ONLY/ONLY ITALY AND SPAIN

Da mesi è nell’aria un possibile avvicinamento in Europa tra i conservatori e i popolari: Giorgia Meloni ci sta lavorando alacremente. Così come, dall’altra sponda, si cerca di frenare questa prospettiva: da un lato, sperando nell’impossibilità da parte della Premier di far trovare un accordo a conservatori e popolari di Paesi come la Polonia, dall’altro, sperando che siano necessari i liberali per costituire una maggioranza di destra. E che i liberali ostili all’idea di alleanze con i conservatori, raggiungano un risultato tale da impedire che si formi.

L’operazione di accreditamento in Europa di Giorgia Meloni però prosegue e così l’equilibrismo fra il volto europeo e più moderato della Premier– che non ha caso ha scelto come uomo macchina del Pnrr e trait d’union con tutti i vertici europei Raffaelle Fitto- e il legame con il passato. Tanto è vero che i suoi colonnelli, uomini di partito e non di governo come Foti e Donzelli, hanno immediatamente smentito il retroscena secondo cui il capogruppo dei popolari europei Weber avrebbe chiesto a Giorgia Meloni di rinunciare al simbolo ereditato da Alleanza Nazionale, la fiamma, nell’ipotesi di un’alleanza con i popolari per le europee.

Per questo risulta il feeling che il Presidente del Consiglio continua ad alimentare con Vox è un passo indietro. Una regressione necessaria – secondo la Premier – a portare a casa il disegno di un’Europa a destra. Due giorni fa in Moldova per il secondo summit della Comunità Politica Europea, presenti tutti i Paesi d’Europa eccetto Russia e Bielorussia, Meloni ha provato a scansare l’argomento alleanze. Ma la stretta attualità delle elezioni spagnole ha creato l’occasione per la domanda a cui non ha potuto sottrarsi: “Quello che succederà in Spagna con le elezioni anticipate del 23 luglio lo vedremo- ha risposto Meloni- è stato tutto molto veloce. Per noi è molto interessante capire che cosa accadrà. Non voglio infilarmi più di tanto nelle dinamiche di un’altra nazione: io sono presidente dei Conservatori Europei. Chiaramente, guardo con molto interesse a quello che faranno i Conservatori Europei”, la cui famiglia politica in Spagna è rappresentata da Vox, anche se Meloni si guarda bene dal citarli esplicitamente.

Come pure due giorni fa è passato sotto silenzio lo scambio di tweet e congratulazioni con il leader di Vox, Santiago Abascal, sull’esito della tornata di amministrative in Italia e in Spagna del fine settimana. “Congratulazioni a Abascal per i risultati eccellenti ottenuti alle elezioni municipali e regionali” ha scritto lei. ”Molte grazie, cara Giorgia Meloni, e molte congratulazioni a Fratelli d’Italia e ai loro alleati per il nuovo trionfo alle elezioni comunali”, ha risposto lui. Attenzione: Giorgia Meloni il tweet non l’ha inviato dal suo profilo personale, bensì attraverso quello di Ecr, come a voler distinguere i due ruoli: quello di Presidente del Consiglio e quello di presidente dei conservatori europei, o per dare meno visibilità al tweet.

In Italia forse, non certamente in Europa, dove non sarà certamente sfuggito agli uomini del Ppe che da mesi stanno provando a sganciare i partiti più moderati del gruppo dei Conservatori, inclusa proprio Fratelli d’Italia, da quelli più estremisti come il Pis polacco o Vox spagnolo, per portarli dentro il gruppo parlamentare dei popolari europei. Tentativo a cui stanno lavorando, in vista di un ribaltone, Manfred Weber, Friedrich Merz, Charles Michel, Roberta Metsola e, dichiaratamente, lo stesso ministro degli esteri italiano Antonio Tajani. E Meloni, pur non negando la propria identità, anzi i propri valori come li chiamano i suoi, sa che le posizioni populiste e nazionaliste di alcuni alleati, non solo polacchi e spagnoli, ma anche quelle dei Democratici Svedesi e dei lettoni di Alleanza Nazionale, rappresentano un ostacolo a questo disegno.

Meloni infatti sa bene che una distanza da certi estremismi gioverebbe alla normalizzazione di Fratelli d’Italia, anche per marcare la differenza con la Lega in Italia, e con Orbán in Europa. Anche la difesa dell’Ucraina, per cui la premier si sta spendendo tanto, e che ieri è stata riconosciuta da Zelensky con i suoi auguri a Giorgia Meloni, passa da questa scelta. La rinuncia al blocco navale, alla difesa dei privilegi dei balneari, e al no Mes, potrebbero fare il resto. Al contempo però sa che senza i parlamentari di Vox, difficilmente l’Europa guarderà a destra. Metterli d’accordo poi con i popolari spagnoli non sarà cosa facile, ma è anche vero che, parlando di alleanze, Isabel Díaz Ayusola, stella madrilena nascente dei popolari, ha fatto capire che se ne può parlare.