Conte gioisce degli errori di Liz Truss, ma lui i soldi ai ricchi li ha regalati

Da vincitore a perdente. È passata poco più di una settimana e qualcuno inizia a dirlo: Conte non ha vinto le elezioni. Ha invece perso oltre 6 milioni di voti, dimezzando il tesoretto che aveva ereditato dal 2018. Ma nonostante la debacle è riuscito a far passare il messaggio contrario: forza della persuasione e di quel “gratuitamente” ripetuto in tutte le salse durante la campagna elettorale. Domenica lo ha scritto benissimo anche Aldo Grasso sul Corriere della sera.

Il polemista semiologo gliene ha cantate quattro sottolineando l’altro fattore assurdo che da una settimana imperversa su giornali e tv: colui che ha perso, cioè Conte, dice a Letta, che ha perso molto ma molto meno di lui, che cosa dovrebbe fare. Che poi a ben guardare la colpa non è solo di Conte e di chi gli cura la comunicazione – loro giustamente fanno i loro interessi! – ma anche di chi gli dà retta, soprattutto tra quei dirigenti Pd che auspicano la nascita di una Cosa rossa con alla guida l’ex premier che esibiva orgoglioso i cartelli pro decreti sicurezza. Conte ha anche gioito per la retromarcia di Liz Truss. Si tratta di un passo indietro parziale rispetto alla ricetta folle di voler tagliare le tasse ai più ricchi. Anche in questo caso le contraddizioni sono evidenti.

Il leader dei Cinque stelle ha capito che il vero spazio si è aperto a sinistra, ma lui i soldi ai ricchi non li ha mai toccati, anzi si è sempre ben guardato dal nominare qualcosa che anche vagamente assomigliasse alla parola “patrimoniale”. Quando si è trattato di aver a che fare con i ricchi i soldi li ha dati. Che altro è infatti la misura dell’ecobonus che ha tolto a chi ha meno (tramite le tasse) e ha dato in maniera indiscriminata? Si dice che così avrebbe rilanciato il settore dell’edilizia, ma basta parlare con chi lavora nel settore per capire che l’effetto è l’opposto. Solo un politico in questi mesi ha provato a dire che bisogna tassare di più i ricchi. È stato Enrico Letta.

In realtà il segretario del Pd aveva proposto di alzare le imposte sulle eredità plurimilionarie per creare una dote per i diciottenni. Una misura che avrebbe aiutato chi ha di meno e si deve costruire un futuro. È stato accusato di aver fatto una proposta folle e di essere troppo di sinistra. Poi è stato accusato di non essere abbastanza di sinistra, dimenticando quello che era stato detto poco prima. O è vera l’una o è vera l’altra accusa. Ma in questa campagna elettorale prolungata, che non è finita neanche per qualche minuto quando le urne erano appena state chiuse, si può dire tutto e il contrario di tutto senza tema di essere smentiti.

Quella parte di sinistra che vuole abdicare al proprio ruolo e affidare le proprie sorti nelle mani dell’avvocato del popolo ci dica perché la proposta di Letta non andava bene e quella di Conte sull’ecobonus invece sarebbe una proposta di sinistra. Sì, è vero, il reddito di cittadinanza è una misura importante ed è stato un errore far sì che i 5 stelle fossero gli unici a rivendicarla. Ma la redistribuzione della ricchezza è una cosa seria e come dimostra il caso di Liz Truss quando si promettono soldi a destra e a manca c’è sempre qualcuno che paga: e sono coloro che hanno di meno. Ma a forza di promettere cose impossibili, folli direbbe il presidente di Confindustria Bonomi, i politici perdono la faccia e anche il posto.