Coronavirus, forte calo dei contagi ma con 45mila tamponi in meno: ancora 672 i decessi

Un numero di nuovi contagi in netto calo, un dato però ‘drogato’ dal numero ridotto di tamponi processati nelle ultime 24 ore. È quanto emerge dal bollettino diffuso da Ministero della Salute e Protezione civile sull’andamento dell’epidemia di Covid-19 in Italia: sono infatti 16.377 i nuovi casi con 130.524 tamponi realizzati (46mila in meno rispetto a ieri quando erano stati 176.934), con un rapporto con i positivi (16.377) pari al 12,5% (+0,9% rispetto a ieri), ovvero che su 100 tamponi eseguiti più di 12 sono risultati positivi.

I decessi odierni sono stati 672 (ieri erano 541), un numero ancora molto atto in confronto alla curva in discesa degli altri parametri.

Il numero di casi dall’inizio del monitoraggio sale così a quota 1.601.554 persone, mentre le vittime sono ormai 55.576. I casi odierni sono sotto quota 20 mila per la prima volta in questo mese.

Gli attualmente positivi diminuiscono di 7.300 unità in 24 ore, scendendo a 788.471: di questi i pazienti ricoverati con sintomi sono 33.187 (+308), mentre quelli più gravi in terapia intensiva sono 3.744 (-9). Le persone guarite nelle ultime 24 ore sono 23.004, col totale dall’inizio dell’epidemia salito a 757.507.

Quanto al dato su base regionali, non è la Lombardia a detenere il ‘primato’ dei nuovi contagi. La regione che fa registrare il maggior incremento di casi è l’Emilia Romagna (2.041), seguita da Veneto (2.003), Lombardia (1.929), Campania (1.626), Lazio (1.589), Piemonte (1.185), Sicilia (1.138), Puglia (1.102), Toscana (893).

BRUSAFERRO: “EPIDEMIA ANCORA UN ANNO E MEZZO” – Sull’epidemia di Coronavirus è tornato a parlare anche il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro. Quello causato dalla pandemia “è uno stress che non è stato puntiforme, come un terremoto o un’alluvione, è uno stress che si prolunga per oltre un anno e ci accompagnerà per un anno e mezzo circa, e stiamo mettendo in atto strategie di adattamento che lasceranno il segno in futuro, alcune probabilmente in maniera permanente”, ha detto Brusaferro durante un forum all’Ansa.

Quello che abbiamo imparato, ha aggiunto Brusaferro, è che “la prevenzione è il momento cruciale del sistema: una volta questo concetto veniva più declinato come visione ma non si facevano investimenti specifici, oggi è molto chiaro che il concetto di prevenzione è fondamentale, se non investiamo su questo livello il rischio è elevato. La prevenzione ha il vantaggio di evitare a priori che determinati scenari si manifestino, ha lo svantaggio che quando funziona molto bene non si vede, e questo è un elemento critico che da sempre la caratterizza. Oggi questo è percepito da parte di tutti, come è percepito che investire su salute e benessere è un modo per garantire la ricchezza dei nostri paesi e delle nostre comunità”.