Sono allarmanti le conseguenze di una simpatica cenetta alla quale hanno partecipato a fine febbraio alcuni ex alunni del liceo “Pontano”: il Coronavirus ha purtroppo colpito (in maniera lieve o molto violenta) i partecipanti al revival e i loro familiari. Un otorino che lavora in un centro specialistico di Casalnuovo è stato fra i primi a non sentirsi bene e ad accusare brividi di freddo e febbre. “Vuoi vedere che è il Coronavirus?”, si è chiesto.
La conferma è arrivata rapidamente dall’ospedale Cotugno dove gli infettivologi sono stati costretti – intubandolo e sottoponendolo alla terapia per artrite reumatoide – a inserirlo fra i pazienti in terapia intensiva. Poco dopo è arrivato in ospedale il fratello del medico – un giovane avvocato – sistemato come lui in terapia intensiva.
Uno dietro l’altro tutti e dodici i partecipanti alla cenetta hanno accusato, in forma più o meno lieve, problemi legati a un probabile contagio. Con un’eccezione, la moglie dell’otorino, che al Cotugno è ancora ricoverata in reparto.
Storia drammatica che dimostra che il monitoraggio telefonico organizzato per controllare a distanza i pazienti con sospetto contaggio da Covid-19 stenta a partire. Lo dimostra il racconto di un’altra partecipante alla cena di ex-alunni del “Pontano” che è a casa con febbre da più di dieci giorni. “Dal quattro marzo vado avanti con tachipirina che mi aiuta a bloccare gli attacchi febbrili che raggiungono spesso i trentanove gradi – racconta la signora Paola, commercialista che vive nella zona di via Monte di Dio – Ho provato a chiamare tutti i numeri utili: il 118, il 112, il 1500. Ma è un’impresa impossibile riuscire a parlare con qualche operatore perché dopo un’ora d’attesa a telefono cade la linea>.
La prassi per i casi di sospetto contagio è chiara: ci si deve rivolgere al medico di famiglia che fa partire la macchina dei soccorsi. Ma il motore dell’auto è sicuramente in panne. “Martedì della scorsa settimana il medico di famiglia che mi cura, sempre telefonicamente, ha allertato l’Asl Napoli 1 sulle mie condizioni di salute – continua Paola – La febbre continuava a salire e scendere, avevo stimolo a tossire e mal di pancia. Sabato mattina è arrivata la prima telefonata di monitoraggio. ‘Signora ha febbre? Mal di testa? Dolori di pancia? Tosse? Si sente stanca?’ Ai miei sì e alla richiesta di un tampone per verificare l’eventuale contagio ho ricevuto una risposta lapidaria: ‘Sì, d’accordo, ha ragione. Ma il tampone non dipende da noi’”.
