Politica
Coronavirus, il decreto-bis non basta alle Regioni: “Pronti a chiudere parchi e mercati”
Ok il nuovo decreto del governo Conte, con misure più restrittive per tutta Italia, ma “le nostre richieste di misure di contenimento alla diffusione della malattia erano ancora più spinte”. È l’appello che arriva dal governatore della Lombardia Attilio Fontana, che torna quindi a chiedere un ‘lockdown’ per fare fronte all’emergenza Coronavirus, con la sua regione che detiene il numero maggiore di casi positivi e decessi.
“I sindaci mi hanno chiesto di poter intervenire immediatamente anche nella chiusura dei parchi, dei giardini, dei mercati all’aperto. Il problema è che da un punto di vista normativo non siamo sicuri di poter emettere delle ordinanze o dei provvedimenti in questo senso”. Per questo “ho fatto una richiesta specifica al governo, quindi mi aspetto a breve una risposta di chiarimento”, spiega Fontana in una intervista al quotidiano Avvenire.
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Per il presidente della Regione Lombardia “questo nuovo intervento del governo può servire a far capire ai cittadini che siamo in una situazione seria. Che non si deve assolutamente sottovalutare il problema”. Dal governatore quindi anche parole di rassicurazione nei confronti dei cittadini: “Non bisogna farsi prendere dal panico, e nemmeno bisogna nemmeno lasciarsi andare ad atteggiamenti deleteri o a imprudenze. Le regole vanno rispettate da tutti per il bene di tutti”.
LE ‘REGOLE DI VITA’ -Adesso che l’Italia è chiusa per virus, cosa si può fare e non si può fare sulla base delle regole dettate dal nuovo decreto? Domande che possono risultare banali ma che, in realtà, presuppongono risposte fondamentali per il vivere comune. Da oggi al 3 aprile ci si potrà e dovrà muovere entro un perimetro ben definito, proprio per evitare che aumentino i contagi e un’intera nazione finisca per trovarsi in ginocchio.
SICUREZZA E AUTOCERTIFICAZIONE – Con quanto stabilito dal Governo, non si potrà uscire di casa a meno di motivi “comprovati”. Ciò significa o per motivi di lavoro (se l’azienda non può utilizzare il telelavoro o se è richiesta una presenza fisica) o per gravi esigenze sanitarie o familiari. Insomma, sono vietati gli spostamenti e chi decide di abbandonare la propria abitazione deve giustificarlo. Come? Attraverso l’autocertificazione che si può scaricare dal sito del ministero dell’Interno o redigere semplicemente su un foglio bianco. Chi è nella condizione di dover ripetere lo stesso spostamento, deve speficarlo. Per la verità, se si viene fermati da un controllo, è possibile anche fare una dichiarazione verbale che verrà raccolta dagli agenti e successivamente verificata. Il consiglio, però, è quello di munirsi di autocertificazione.
DA COMUNE A COMUNE – Sempre muniti di autocertificazione, è possibile spostarsi da un comune all’altro per esigenze familiari (andare in visita a parenti malati). Niente da fare, invece, per chi ha moglie o fidanzata lontana. Un esempio su tutti: chi lavora a Milano ma ha la fidanzata a Napoli dovrà coltivare la propria passione al telefono o attraverso i social.
MEDICO DI BASE – Non ci sono limitazioni per chi ha necessità di recarsi dal proprio medico di base. Tutti possono uscire di casa e sottoporsi a visite oppure a esami. Nel caso in cui una persona dovesse dubitare di aver contratto il coronavirus (i cui sintomi prevedono febbre superiore a 37,5, difficoltà respiratorie, mal di testa) non deve chiamare i numeri di emergenza regionali e non recarsi al Pronto Soccorso. E’ consentito ovviamente anche uscire di casa per andare in farmacia, che sono regolarmente aperte.
MUSEI, CINEMA E RISTORANTI – Per effetto dell’ultimo DPCM, cinema e musei sono chiusi fino al 3 aprile, così come i teatri, i bar e i ristoranti.
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