Che una delle principali falle nella strategia di contrasto alla diffusione del Coronavirus sia stata la sottovalutazione iniziale del problema, è ormai un dato di fatto. Per settimane, dopo i primi casi registrati nel lodigiano, sindaci, scienziati e cittadini tout court, hanno derubricato la questione a “poco più di un’influenza” che, come tale, poteva essere tenuta sotto controllo. Tra questi c’era anche il professor Raffaele Bruno, protagonista, qualche giorno fa all’Aria che tira su La7, di un duro scontro con il deputato di Italia Viva Luigi Marattin.

Il primario del reparto malattie infettive dell’ospedale “San Matteo” di Pavia aveva duramente ammonito il parlamentare che poco prima aveva annunciato, in collegamento, di avere poco tempo a disposizione perché atteso di lì a poco in un impegno istituzionale in videoconferenza. Il medico puntando il dito contro Marattin ha attaccato tutto la classe politica: “Non ho tempo per guardare la televisione, però sentire che i politici ancora parlano di queste cose -sbotta il primario – mentre dovrebbero stare tutti quanti zitti e dire alla gente di stare a casa”. E ha aggiunto, contro il deputato di Iv: “Stai zitto e vieni in reparto ad aiutare”.

Eppure lui stesso, che ha seguito da vicino il paziente 1, qualche settimana fa parlava del Covid-19 come di una semplice influenza, pienamente sotto controllo. “Nell’80% dei casi – spiegava il medico alla fine di febbraio – i sintomi sono poco più gravi di un raffreddore. In questo momento c’è troppa preoccupazione, stiamo tranquilli“.

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