Coronavirus, record di contagiati in un giorno: 106mila in tutto il mondo

A volunteer takes the temperature of a homeless man with his face painted, screening for COVID-19 symptoms at a line to receive a free meal in Mexico City, Wednesday, May 20, 2020. The volunteers running the soup kitchen say they have had to expand their service from a single day to two days per week as the number of people in need grows. (AP Photo/Fernando Llano)

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha fatto sapere mercoledì che, con 106mila nuovi positivi al covid-19 accertati, si è stabilito il numero più alto di contagi in un giorno dall’esplosione della pandemia. Un record, come si riporta. Il totale sfiora così i cinque milioni, con circa 325mila vittime. I primi tre Paesi per numero di contagi sono gli Stati Uniti, la Russia e il Brasile. “Abbiamo ancora molta strada da fare in questa pandemia”, ha detto il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus in conferenza stampa. “Siamo molto preoccupati per i casi in aumento nei paesi a basso e medio reddito”.

Nelle ultime settimane picchi di contagio si sono registrati in Russia e Brasile. La Spagna, che aveva previsto una ripartenza in quattro fasi, ha prorogato lo stato di emergenza e ha imposto l’uso delle mascherine negli spazi pubblici, sia chiusi che aperti. La Svezia, che non ha imposto restrizioni paragonabili a quelle degli altri Paesi, è diventato nell’ultima settimana il Paese con il maggior numero di morti pro-capite in Europa, quasi sette (6,8) per ogni milione di abitanti, secondo un’analisi di Our World In Data. Gli Stati Uniti restano il Paese che conta più positivi e più decessi al mondo. Il presidente Donald Trump ha dichiarato ieri che il primato di contagi è “come un distintivo un onore” in quanto indicherebbe l’efficienza dei test negli Usa.

Lo stesso Trump ha preso di mira più volte l’Oms, accusando l’organizzazione di aver sottovalutato la pandemia e di aver favorito la Cina, dove il virus si è generato. Il presidente ha minacciato di ritirare gli Usa dall’organizzazione e avrebbe scritto al presidente Ghebreyesus che tuttavia non ha voluto commentare il messaggio, come riportato da Reuters. Il prima possibile, ha assicurato il presidente dell’Oms, partirà l’inchiesta indipendente dell’organizzazione sulla gestione dell’emergenza da parte della comunità internazionale. A richiedere l’indagine una risoluzione presentata da otre 120 Paesi durante l’assemblea legislativa di lunedì 18 maggio. La Cina ha approvato la risoluzione e gli Stati Uniti l’hanno accolta favorevolmente. Tra i due Paesi è cominciata una guerra di propaganda sulle responsabilità per la nascita del covid caratterizzata da reciproche accuse.

Durante la conferenza Ghebreyesus ha ricordato come il budget di 2,3 miliardi dell’Oms sia troppo basso e paragonabile a quello di un ospedale di medie dimensioni nei Paesi sviluppati. Mike Ryan, a capo dei programmi per le emergenze dell’Oms, ha ancora una volta evidenziato il rischio nell’assunzione di idrossiclorochina e clorochina, anti-malarici il cui uso per combattere il coronavirus è stato a più riprese rilanciato da Trump (che ha detto di assumere idrossiclorochina per prevenire l’infezione) e dal presidente del Brasile Jair Bolsonaro. “In questa fase, né l’idrossiclorochina né la clorochina sono state finora ritenute efficaci nel trattamento del COVID-19 né nella profilassi contro l’insorgenza della malattia”, ha dichiarato Ryan. “In effetti, è vero il contrario, in quanto sono state emesse avvertenze da molte autorità in merito ai potenziali effetti collaterali del farmaco.”