Cosa c’è nel nuovo Codice degli Appalti, le novità e le critiche: “Beffa natalizia, liberalizzazione del subappalto a cascata”

Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri il nuovo Codice degli Appalti, il testo unico che disciplina i rapporti tra la pubblica amministrazione e le società incaricate a svolgere determinate opere pubbliche. Le norme puntano a garantire il rispetto della trasparenza, della concorrenza e della meritocrazia. La premier Giorgia Meloni ha definito la normativa approvata dal suo governo un “volano per la crescita e l’ammodernamento infrastrutturale”. Alla conferenza stampa il vice primo ministro e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Immediate però le critiche, dalle opposizioni e dall’Anac oltre che dall’associazione Libera.

Il nuovo provvedimento include l’affidamento diretto dei lavori fino a 500mila euro, anche senza la qualifica di stazione appaltante; una liberalizzazione dell’appalto integrato, quell’appalto affidato a un solo soggetto sia per la progettazione che per la realizzazione; la cancellazione del Piano generale trasporti e logistica sostitutio da una lista di opere prioritarie; maggiore digitalizzazione delle procedure; più flessibilità nei settori speciali come acqua, energia e trasporti; un meccanismo di revisione dei prezzi che interverrà quando la variazione dei costi dell’opera supererà il 5% del prezzo totale, si applicherà sull’80% della variazione.

“Un provvedimento organico, equilibrato e di visione, frutto di un lavoro qualificato e approfondito, che permetterà di semplificare le procedure e garantire tempi più veloci. E che rappresenterà anche un volano per il rilancio della crescita economica e l’ammodernamento infrastrutturale della Nazione. Il Governo ringrazia il Consiglio di Stato per il grande lavoro svolto e che ha contribuito al raggiungimento di questo importante risultato”, ha detto la Presidente del Consiglio Meloni parlando di “un altro impegno preso con gli italiani”.

Per Salvini “questo nuovo codice dovrà tagliare sprechi e la burocrazia, viene incontro alle esigenze delle imprese e degli enti locali, permetterà di aprire cantieri in tempi più veloci e creerà più lavoro. È la miglior battaglia alla corruzione e al malaffare. Più dell’80% degli appalti, se questo codice fosse in vigore, sarebbe più rapido, veloce, efficace e innovativo”. Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano ha riferito che il lavoro sul Codice Appalti si è svolto “in assoluta concordanza di intenti” tra Consiglio di Stato e governo nella stesura del codice appalti, e poi ha aggiunto “tutti questi conflitti non li vedo” ma “saremo lieti di leggere” i rilevi dell’Anac “una volta che ci invieranno le loro considerazioni”.

Le critiche sono scattate infatti immediatamente. Per Libera il nuovo Codice “rischia di alimentare gli appetiti di organizzazioni criminali, corrotti e corruttori, allarga le maglie ed allenta i controlli, anche depotenziando le funzioni dell’Autorità Anticorruzione. È una beffa natalizia”, si legge in una nota. Il segretario Fillea-Cgil Alessandro Genovesi ha definito il nuovo regolamento una “liberalizzazione del subappalto a cascata” con le aziende che “prenderanno lavori pubblici in subappalto per poi subappaltare ad altre aziende che a loro volta subappalteranno, teoricamente all’infinito. Aumenteranno zone grigie, infortuni, sfruttamento e rischi di infiltrazione criminale”. Critiche anche dall’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac).