Crisanti boccia il nuovo Dpcm: “Regioni potrebbero truccare i numeri per evitare chiusure”

Andrea Crisanti si scaglia ancora una volta contro le scelte dell’esecutivo Conte. Il virologo dell’Università di Padova, già noto per aver pubblicato un durissimo documento in cui metteva nero su bianco i passi falsi fatti dal governo nella gestione della pandemia, in una intervista al quotidiano ‘La Stampa’ spiega ben il suo parere sul prossimo Dpcm in dirittura d’arrivo.

Lo sa che non ci ho capito nulla?”, dice infatti il virologo a Francesco Rigatelli, che lo ha intervistato per il quotidiano torinese. “Spero che il governo nei prossimi giorni spieghi bene il provvedimento“, aggiunge Crisanti, che nota in particolare come non vi sia “un automatismo preciso per cui a una determinata regione vengano imposte le chiusure. Il punto di cui si parla da settimane è sempre quello. Ora ho letto che ci sarebbero 21 criteri per decidere se una regione appartenga alla zona verde, arancione o rossa. Mi sembrano tanti, ma immagino che quelli fondamentali riguardino il riempimento dei posti in ospedale”.

Le parole più dure arrivano però sulle Regioni e sui meccanismo previsti dal Dpcm per decretare il livello di rischio. Crisanti evoca infatti possibili trucchi contabili da parte degli enti locali: “Non vorrei che un provvedimento simile inducesse le Regioni a non essere totalmente trasparenti riguardo a questi dati”.

Per il virologo dell’Università di Padova il rischio di trucca i dati è real perché “la politicizzazione e spettacolarizzazione di ogni cosa” induce i presidenti a fare a gara “a chi è più bravo”. “Mi pare che la frizione col governo sia proprio su questo”, commenta Crisanti, che aggiunge come “si tratta di dati facilmente manipolabili e a livello regionale per qualche settimana si potrebbe decidere di ricoverare il meno possibile sulla pelle dei pazienti“.