Economia, finanzia, geopolitica, difesa. Al World Economic Forum di Davos si parla di tutti questi temi, con migliaia di ospiti e decine di capi di Stato e di governo. Ma dalla Svizzera i primi avvertimenti del forum dei leader mondiali sono riguardo l’ambiente e la crisi climatica. Secondo un’analisi del Wef, infatti, entro il 2050 potrebbero essere 14,5 milioni i morti a causa dei possibili disastri naturali.

Cambiamenti climatici, l’impatto economico

Il rapporto del forum mette sotto i riflettori gli effetti dei cambiamenti climatici nei prossimi decenni, che oltre all’impatto in termini umani, causerò anche perdite economiche per circa 12,5 trilioni di dollari, più i costi aggiuntivi per il sistema sanitario di oltre mille milioni di dollari. Senza contare le disuguaglianze sanitarie a livello globale, che lasceranno milioni e milioni di persone – le più vulnerabili – a rischio. Il rapporto del Wef si basa sugli scenari del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc) su quella che è la traiettoria più probabile dell’aumento della temperatura media del pianeta, da 2,5° a 2,9° Celsius rispetto ai livelli pre industriali.

Il rapporto di Davos sul clima

I contenuti del rapporto del World Economic Forum, dal titolo “Quantifying the Impact of Climate Change on Human Health”, sviluppato con la collaborazione di Oliver Wyman, sono abbastanza chiari. Gli effetti del cambiamento climatico sulla salute umana, sull’economia globale e sull’assistenza sanitaria saranno notevoli. Il responsabile del Centro per la salute e l’assistenza sanitaria, oltre che membro del comitato esecutivo del Wef, Shyam Bishen, ha sottolineato l’importanza di fornire questi numeri: “Sebbene si sia discusso molto dell’impatto dei cambiamenti climatici sulla natura e sull’economia globale, alcune delle conseguenze più urgenti dell’aumento delle temperature della Terra riguarderanno la salute umana e il sistema sanitario globale. I recenti progressi andranno perduti a meno che non vengano migliorate le misure critiche di riduzione e mitigazione delle emissioni e non venga intrapresa un’azione globale decisiva per costruire sistemi sanitari resilienti ai cambiamenti climatici e adattabili”.

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