Giustizia
Curare il quartiere, così 12 giovani scontano la pena
Dodici giovani, con alle spalle storie difficili e problemi con la giustizia e davanti un’alternativa di futuro diversa, sono i protagonisti del progetto Marinella e gli Aquiloni che prenderà il via lunedì presso la sede della onlus Obiettivo Napoli in via Cosenza, nel capoluogo campano. Si tratta di giovani sottoposti al regime alternativo della esecuzione penale esterna che avranno, da lunedì, la possibilità di partecipare a un progetto di grande valore in cui la formazione tradizionale sarà affiancata da un percorso on the job che durerà fino a ottobre con lezioni sia in aula sia in cantieri esterni nella zona Mercato-Pendino. Una zona della città scelta non a caso.
«Il progetto, nato in via sperimentale lo scorso anno da un’idea dell’Ufficio interdistrettuale di esecuzione penale esterna, consente di dare una motivazione diversa a chi è sottoposto a questo regime alternativo e di migliorare aree soggette a degrado urbano», spiega Argia Di Donato, avvocato e presidente di Nomos Movimento Forense, una delle associazioni che partecipano alla realizzazione del progetto. L’iniziativa vede impegnati, oltre all’Ufficio esecuzione penale esterna per la Campania, anche il Dipartimento per la giustizia minorile, enti pubblici, enti morali, enti del terzo settore, scuole, la seconda Municipalità di Napoli e la Consulta delle associazioni e delle organizzazioni di volontariato che insieme formano la “rete di Marinella”. L’idea di fondo è quella del reinserimento in un’ottica riparativa, anche attraverso la riqualificazione di luoghi della comunità. L’obiettivo è consentire ai dodici giovani di acquisire competenze, o rafforzare quelle possedute da ciascuno, e rendere possibile il reinserimento lavorativo e più in generale la risocializzazione. L’edizione 2020 si svolgerà, inoltre, con particolare attenzione ai protocolli di sicurezza anti-Covid. «Siamo una rete informale composta da amministratori del territorio, educatori, insegnanti, assistenti sociali, mediatori culturali e linguistici, psicologi, sacerdoti, associazioni, enti, istituzioni – spiegano gli organizzatori – Tutti noi abbiamo un comune vivo interesse perché il territorio in cui viviamo o lavoriamo sia un ambiente positivo, accogliente, nutriente».
Il quartiere Mercato è in una zona della città ricca di scambi economici, facilitati dalla rete delle comunicazioni e dalla vicinanza al mare e su cui insistono le attenzioni di molteplici istituzioni. Una zona dalla grande tradizione storico-culturale, densamente popolata ma sprofondata in un progressivo degrado ambientale e sociale, aggravato dalla crisi-Covid e segnalato a più voci dai cittadini che, però, non sono riusciti ancora a diventare attori del cambiamento. Anche per questo il progetto Marinella e gli Aquiloni si presenta come un progetto ambizioso, che mira a «contrastare lo scollegamento degli enti e delle associazioni che operano sul territorio e promuovere la reciproca conoscenza (una mappatura attiva) e l’interazione su comuni interessi (l’ambiente, il lavoro) per favorire una fitta rete di interconnessioni che possa sviluppare azioni positive a favore dei cittadini, integrando i cittadini stessi anche avvalendosi di quelle persone in “area penale” che possono dare un forte senso di riscatto e di risarcimento al loro operato».
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