Faceva il rider per la pizzeria del fratello in Francia mentre era ricercato dall’ottobre 2019 per estorsione aggravata dal metodo mafioso ed inserito dal Ministero dell’Interno nell’elenco dei latitanti pericolosi (ex elenco dei 100). E’ stato arrestato ad Avignone Vincenzo Ciriello, 60enne napoletano considerato dagli investigatori elemento di spicco del clan Mazzarella, attivo da decenni sia nel centro di Napoli che nella zona orientale della città e della sua Provincia grazie anche a una serie di sottogruppi.
Soprannominato ‘o zelluso (perché calvo), Ciriello nell’ultimo periodo consegnava pizze a domicilio dando una mano all’attività commerciale del fratello. Al termine di una attività investigativa coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e basata principalmente su intercettazioni legate all’ambito familiare, il 60enne è stato catturato dalla Brigata Nazionale Ricerca Fuggitivi su input dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Napoli che hanno dato ai colleghi francesi specifiche indicazioni circa la localizzazione del soggetto. Ciriello si trova ora in carcere in attesa del provvedimento di estradizione.
Dopo aver scontato quasi dieci anni di carcere, era tornato in libertà nel 2015. Per gli investigatori aveva legati strettissimi con il clan D’Amico di San Giovanni a Teduccio, disarticolato o quasi dopo “l’omicidio dello zainetto” avvenuto il 9 aprile del 2019 dinanzi ad una scuola per l’infanzia di San Giovanni a Teduccio, periferia est di Napoli, e dove perse la vita Luigi Mignano, cognato del boss rivale Ciro Rinaldi, ucciso mentre accompagna a scuola il nipotino di tre anni.
Suo figlio Ciro, in carcere da anni, ha spostato Assunta D’Amico figlia del boss Luigi, anche lui detenuto da tempo. Un rapporto di parentela pesante che ha ulteriormente saldato il rapporto tra le due famiglie all’interno del clan Mazzarella.
Irreperibile dall’ottobre 2019, la latitanza di Ciriello è durata 17 mesi. Lo scorso novembre 2020 è stato condannato a 10 anni in primo grado per estorsione aggravata dal metodo mafioso nell’ambito del processo contro i cartelli di Napoli Est guidati dall’anziano boss Carmine Montescuro, detto “Zi Minuzzo” e oggi 87enne, capace di mettere d’accordo tutte le famiglie malavitose (Mazzarella, Rinaldi, D’Amico, Aprea, Formicola, Caldarelli) dividendo i proventi delle estorsioni effettuate alle ditte impegnate nei lavori lungo via Marina.
