Data Economy, Italia fanalino di coda. Finlandia, Svezia, Olanda e Danimarca i paesi più virtuosi

Secondo la Commissione europea, il valore della data economy – l’economia basata su produzione, distribuzione e consumo di dati digitali – passerà dal 2,4% nel 2018 al 5,8% del Pil Ue nel 2025. Totale: 829 miliardi di euro. Il numero di professionisti nel settore digitale nella Ue raddoppierà: quasi 11 milioni di esperti nel 2025 rispetto a 5,7 nel 2018. La digitalizzazione rappresenta una opportunità cruciale pure per la transizione green. Basti pensare all’impatto del digitale sul traffico urbano, sull’ottimizzazione energetica degli edifici e sullo smart working.

Secondo una stima dell’IDC, l’International Data Corporation, il volume di dati globali crescerà da 33 zettabyte (l’unità di misura che quantifica i dati) nel 2018 a 175 nel 2025. La Commissione Europea cerca di cogliere le enormi opportunità che si aprono con un piano di investimenti che va dai quattro ai sei miliardi di euro per i prossimi cinque anni. Il pacchetto di interventi annunciato dalla presidente Von der Leyen si basa, tra l’altro, su sviluppo e formazione delle competenze digitali per tutti gli europei, capacità di fornire connessione dati ad alta velocità, transizione digitale per le imprese europee, creazione di un database sanitario europeo.

E l’Italia a che punto sta? L’indice Desi (Digital Economy and Society Index) della Commissione ci colloca al 25° posto in Europa dopo Croazia, Slovacchia, Cipro e Ungheria, sulla base di cinque dimensioni: la connettività, il capitale umano, l’uso dei servizi online, la digitalizzazione delle imprese e dei servizi pubblici. I paesi più virtuosi sono Finlandia, Svezia, Olanda e Danimarca. Nonostante le infrastrutture per la connessione dati ad alta velocità siano più che raddoppiate dal 2014, l’Italia resta indietro su altri indicatori come la diffusione delle competenze digitali (dal 7,5% nel 2014 all’8,2% nel 2019) e la digitalizzazione dei servizi pubblici (8,8% rispetto al 9,4% della media europea nel 2019). “Il nostro paese è ben lontano dal podio dei leader digitali europei e verrebbe da chiedersi dove sia finita l’Italia di Olivetti con il suo desiderio irrefrenabile di innovazione”, confessa Chiara Dipierri, research analyst presso Bce.