Draghi Presidente della Repubblica e Colao premier: la pista del ministro a Palazzo Chigi

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse 20-10-2021 Roma, Italia Politica Senato - Comunicazioni del Presidente del Consiglio su Consiglio europeo 21-22 ottobre 2021 Nella foto: Il Presidente del Consiglio Mario Draghi con Il Ministro dell’Innovazione tecnologica e transizione digitale Vittorio Colao  Photo Mauro Scrobogna /LaPresse October 20, 2021  Rome, Italy Politics Senate - Communications from the President of the Council on the European Council of 21-22 October In the photo: Prime Minister Mario Draghi with The Minister of Technological Innovation and Digital Transition Vittorio Colao

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi Presidente della Repubblica e il ministro dell’Innovazione tecnologica e della Transizione digitale Vittorio Colao a Palazzo Chigi. È l’ipotesi, la pista sempre più accreditata, anche dai partiti, per sciogliere il rebus sul Quirinale ventilata da Il Foglio. Draghi che è come il Palomar di Italo Calvino, secondo il quotidiano: si immerge nel lavoro, prepara il Consiglio dei ministri sul caro energia, sta lontano dai retroscena. Ormai la corsa è però nel vivo, le aule in seduta comune sono state convocate dal Presidente della Camera Roberto Fico lunedì 24 gennaio alle 15:00.

Colao è diventato ministro proprio con il governo Draghi, a inizio febbraio del 2021. Bresciano, classe 1961, è un manager apprezzato e corteggiato da sempre dalla politica. Bocconiano con master ad Harvard, ha ricevuto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano l’onorificenza di Cavaliere del Lavoro nel 2014. Il ministro era soprattutto noto per aver portato Vodafone, da direttore generale e amministratore delegato, a diventare un colosso delle Telecomunicazioni.

Era: almeno prima di quando Giuseppe Conte, al governo con il suo secondo mandato sostenuto dalla cosiddetta maggioranza giallorossa, lo chiamò a guidare una task force per la ripartenza dell’Italia dopo l’esplosione della pandemia da covid-19. A lui, in quell’occasione, fece riferimento il lavoro di un gruppo di giuristi, economisti ed esperti incaricati di mettere insieme e a fuoco le sfide della crisi – di quella task force, poi, non si ebbero più notizie. La pista porta di nuovo un tecnico a Palazzo Chigi, dunque.

È proprio l’effetto, le ripercussioni sull’esecutivo a pesare sulla candidatura di Draghi. Il Presidente del Consiglio fu tirato in ballo già nel 2015, per la successione a Giorgio Napolitano. In quell’occasione disse: “Non voglio essere un politico”. Quando nel 2019 lasciò la Banca Centrale Europea, alla stessa domanda replicò: “Chiedete a mia moglie”. Dall’anno scorso alla guida del governo, detto “di unità nazionale” vista la crisi scatenata dalla pandemia, Draghi ha scritto il Recovery Plan, presieduto un G20 all’insegna del multilateralismo, ha assicurato impegni per la salvaguardia del clima e dell’ambiente. “Io sono un nonno al servizio delle istituzioni”, ha detto in conferenza stampa interrogato sul Quirinale.

Tutta l'”unità nazionale” potrebbe andare in pezzi con una sua elezione al Colle – la maggioranza dovrebbe trovare in Colao la figura sufficientemente trasversale per arrivare alle urne nel 2023. Draghi resta comunque tra i favoriti, mentre si ventila l’ipotesi di un mandato bis di Sergio Mattarella – che ha più volte escluso la ri-elezione -, Silvio Berlusconi sgomita e insiste e non scioglie la riserva, l’ipotesi del “Dottor Sottile” Giuliano Amato sempre in campo, le prime donne alla Consulta e al Senato e sindaca di Milano Marta Cartabia e Maria Elisabetta Alberti Casellati e Letiza Moratti vengono puntualmente coinvolte, in corsa anche il trasversale Pierferdinando Casini e l’ex premier Paolo Gentiloni.