Earth Day, pienone in Italia: tutti in piazza per salvare la Terra

Earth Day, Giornata della Terra. “Laudato Si”. Chiamatela come volete, ma parliamo della più grande manifestazione ambientalista al mondo. Sono un miliardo i cittadini che partecipano all’Earth Day in 192 paesi. Per l’edizione italiana ieri sono tornate in piazza centinaia di scuole, migliaia di giovani e famiglie. L’edizione 2023 di Earthday-Italia ha preso avvio ieri. Guarda all’iniziativa come sempre con simpatia papa Francesco, che in più occasioni ha voluto essere presente. Insieme con i Focolarini, animata dal presidente Pierluigi Sassi (Osservatore Romano), Earth Day darà vita ad una cinque-giorni sull’ambiente ricca di iniziative, discussioni, spettacoli e dibattiti sul futuro del pianeta.

In Italia ci sarà anche una lunga maratona #OnePeopleOneplanet trasmessa da RaiPlay, e una serie di incontri dal vivo, panel di esperti, performance di attori, cantanti, musicisti e artisti. Lo slogan “Investire nel pianeta”, è declinato in risposta ai nuovi limiti dello sviluppo: una sfida “all’ultima molecola” per ridurre i gas climalteranti. Uno scontro di prospettive su più fronti: giustizia climatica, energetica e ambientale. L’Italia e l’Europa rivendicano di aver reagito alla guerra diversificando le fonti di approvvigionamento, provando a mantenere la bussola delle rinnovabili ma devono ridurre le emissioni anche da quelle fonti di cui non possiamo fare a meno. La chiamiamo “transizione energetica”, ma come raggiungere la sicurezza climatica assieme alla sicurezza energetica?

Il metano, in questo quadro, è un nodo chiave, un nemico insidioso, una “CO2 con gli steroidi”: gran parte dell’aumento della temperatura è dovuto al metano, e il 25% è dovuto alla filiera del petrolio e del gas (sfiati, perdite, rilasci di fiamma). L’industria del gas sa che va posto rimedio: ci sono accordi e sforzi globali ed impegni ancora complessi. L’Ue (e l’Italia), che importano il 90% del fabbisogno avranno nuova responsabilità: collaborare con i paesi esporatori per essere anche hub della riduzione delle emissioni. A parlarne con il Riformista sono due donne, esponenti dell’Environmental Defense Fund che a breve invierà il satellite MethaneSat capace di rilevare qualunque grande emissione con una precisione senza precedenti. Flavia Sollazzo, responsabile della Transizione Energetica di Environmental Defense Fund nell’Ue sottolinea: «Data l’importanza della transizione energetica per il pianeta, dobbiamo convertire al più presto i nostri sistemi energetici verso tecnologie più sostenibili ed efficienti. Sicurezza energetica e climatica sono facce della stessa medaglia. Con Earth Day sottolineiamo l’importanza delle nuove tecnologie nella lotta al cambiamento climatico. In attesa dell’uscita dai combustibili fossili entro il 2050, dobbiamo attivare soluzioni che rallentino il riscaldamento globale nel breve».

Ilaria Restifo, responsabile Edfe per l’Italia ha aggiunto: «È interessante il ruolo che l’Italia potrebbe rivestire nei prossimi anni, diventando hub europeo del gas naturale nel Mediterraneo, centro di importazione e riesportazione del gas in Europa per la sicurezza energetica del continente. Questo implicherebbe maggiori responsabilità per le emissioni associate alla sua produzione e trasporto lungo le rotte verso l’Europa. La responsabilità non è solo italiana: ci sarà bisogno anche di una cooperazione internazionale. Le tecniche di rilevamento satellitare saranno molto importanti sotto questo aspetto». La tecnologia, soprattutto satellitare, infatti può contribuire a rilevare dispersioni e perdite per misurarne l’entità, evitare dispersioni, riparare danni e reimmettere il gas disperso. Misure indispensabili per realizzare concretamente un pianeta più pulito e un futuro sostenibile per tutti.