Il voto sul regolamento sulle emissioni di auto e furgoni, che prevede anche lo stop all’immatricolazione di veicoli con motore a combustione diesel e benzina è stato rinviato dal comitato dei rappresentanti permanenti presso l’Ue pochi minuti dopo essersi riunito nella sessione di stamattina, venerdì 3.

Voto slittato “a data da destinarsi”, precisano fonti diplomatiche. Dopo l’approvazione da parte degli ambasciatori Ue, il testo del compromesso raggiunto a fine ottobre da Parlamento e Consiglio sarebbe finito sul tavolo dei ministri dell’Istruzione, Gioventù, Cultura e Sport che avrebbero dovuto riunirsi martedì 7 marzo per il via libera formale ma il punto sulle auto è stato rimosso anche dall’ordine del giorno del vertice dei ministri.

Il rinvio è “un grande segnale arrivato anche grazie alla Lega” secondo il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini che si intesta una ‘vittoria’ contro Bruxelles: “È stata ascoltata la voce di milioni di italiani, e il nostro governo ha dimostrato di offrire argomenti di buonsenso sui tavoli internazionali, a difesa della nostra storia e del nostro lavoro. La strada è ancora lunga ma non ci svenderemo alla Cina. La Lega c’è”.

“Il nuovo rinvio in sede Ue sulla decisione riguardante lo stop ai motori termici al 2035 tiene giustamente conto di una forte resistenza di alcuni Paesi europei, con l’Italia in prima fila, a un’impostazione del Regolamento troppo ideologica e poco concreta”, scrive il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Frattin. “L’Italia ha svegliato l’Europa e la decisione del rinvio su stop ad auto a benzina e diesel è un segnale importante. Mi auguro che ora ci sia una riflessione comune per una competitività sostenibile anche nel settore automotive”, gli fa eco il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.

Il voto tra gli ambasciatori era previsto mercoledì, ma poi è stato rinviato a venerdì dalla presidenza della Svezia alla guida del Consiglio Ue a causa del voto a maggioranza qualificata che si preannunciava incerto nella riunione. L’Italia e la Polonia hanno confermato l’intenzione di votare contro il dossier, mentre la Bulgaria ha deciso di astenersi. Ma a pesare ai fini del raggiungimento della maggioranza qualificata è l’indecisione della Germania.

Con i soli voti contrari di Italia e Polonia e l’astensione della Bulgaria l’accordo avrebbe ottenuto comunque il via libera con voto a maggioranza qualificata, che si raggiunge quando il 55% degli Stati membri vota a favore (in pratica, 15 Paesi su 27) e quando gli Stati membri che appoggiano la proposta rappresentano almeno il 65% della popolazione totale dell’Ue. Con l’astensione o l’opposizione della Germania (che rappresenta circa il 18% della popolazione europea) si andrebbe a creare una minoranza di blocco in seno al Consiglio Ue.

Per evitare di trovarsi di fronte alla bocciatura dell’accordo, la presidenza svedese ha deciso di rinviare di nuovo la decisione per dare più tempo alla Germania di convincersi. Berlino preme perché la Commissione Ue presenti nuove norme per consentire la vendita di motori a combustione dopo il 2035 dimostrando che sono alimentati con gli e-fuel, ovvero combustibili liquidi o gassosi, di origine sintetica, che vengono prodotti attraverso processi alimentati da energia elettrica

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