Il voto è previsto domani, 8 giugno, la spaccatura è già in corso da mesi. L’Europarlamento è chiamato a votare domani un nuovo ‘pacchetto clima’ con misure che dovranno aiutare la protezione dell’ambiente, riducendo le emissioni atmosferiche così letali per il pianeta.

Un documento chiamato “Fit for 55” e che prende il nome dall’ambizioso obiettivo di Bruxelles: il taglio del 55 per cento di tutte le emissioni inquinanti. Il voto di domani è un atto di indirizzo che guiderà la politica ambientale europea nei prossimi anni: in ogni caso in caso di approvazione del Parlamento Ue sarà poi compito dei singoli stati dell’Unione decidere la loro posizione, che poi saranno negoziate dal Consiglio dell’Unione europea.

All’interno del pacchetto c’è però una misura in particolare che sta spaccando la stessa maggioranza che supporta l’attuale Commissione guidata da Ursula von der Leyen: la messa al bando, ovvero il divieto di vendita, entro il 2035 di tutte le auto a benzina o diesel.

Il pacchetto prevede una road map per aiutare le case automobilistiche nel procedere gradualmente allo stop alla vendita di auto termiche: ogni produttore di auto dovrà produrre veicoli che abbattano le emissioni del 25% entro il 2025, del 55% entro il 2030 e del 100% entro il 2035, appunto con la messa al bando dei motori termici.

Come detto, la stessa ‘maggioranza Ursula’ è spaccata al suo interno. Il Ppe, il partito popolare europeo che vede nelle sue fila Forza Italia, ha presentato un emendamento che chiede di portare al 90% invece che al 100% le emissioni di CO2 delle auto nuove entro il 2035. Posizione simile anche dai Conservatori europei (Ecr), che hanno chiesto di rivedere il pacchetto anche alla luce degli effetti economici del conflitto in Ucraina.

Proteste stoppate dal vice della von der Leyen, Frans Timmermans, che ha definito l’emendamento “un pasticcio e ha ricordato nel suo intervento al’Europarlamento sul pacchetto clima come “l’industria automobilistica ha fatto la sua scelta, non bisogna rendere le cose più difficili”.

Anche in Italia ovviamente i partiti sono spaccati. L’unico di fatto a sostenere apertamente “Fit for 55” è il Partito Democratico: contrari sono Forza Italia, che come i Dem fa parte della ‘maggioranza Ursula’, ma anche dall’opposizione europea Lega e Fratelli d’Italia, oltre che Azione di Carlo Calenda.

Sullo sfondo c’è il rischio per le aziende in difficoltà nell’adeguarsi alla ‘svolta elettrica’ e alle possibili ricadute occupazionali nel settore dell’automotive: la Commissione Trasporti ha evidenziato come siano a rischio 500mila posti di lavoro in Europa, numero che poi andrebbe ad aumentare con l’indotto.

In Italia, ricorda il Corriere della Sera che cita dati del 2020, il comparto automobilistico vale 93 miliardi di euro, 5.700 imprese e 250.000 occupati.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia