Nel “Si&No” del Riformista spazio al dibattito sull’elezioni diretta dei Presidenti di Provincia. È giusto o no superare l’attuale norma in materia? Favorevole il senatore di Fdi, Marco Silvestroni. Contraria la senatrice di Italia Viva, Silvia Fregolent.

Qui il commento di Marco Silvestroni:

La legge Delrio del 2016 sta per essere superata finalmente. Ritengo che la legge Delrio debba andare in soffitta perché così come era stata proposta e attuata non andava bene. È visibile agli occhi di tutti che con le elezioni di secondo livello, dove amministratori eleggono altri amministratori si crea una situazione un po’ paradossale. Ma non solo. Il problema principale è che con la Delrio, il sindaco del comune capoluogo diventa automaticamente, senza essere eletto a suffragio universale, il presidente della città metropolitana.

Per me è incostituzionale perché la Provincia di Roma, per esempio, ha un milione e ottocentomila abitanti con tanti Comuni, ma gli abitanti della provincia delle città metropolitane non eleggono né i loro rappresentanti né colui o colei che diventa presidente della città metropolitana. Io sono stato il primo ad aver presentato una proposta di legge nella scorsa legislatura per ritornare all’elezione a suffragio universale del presidente della provincia e dei rispettivi consiglieri. Il ritorno alle urne per l’elezione diretta del presidente delle province, però contrariamente a quanto dicono alcuni che mirano solo al lato populista senza entrare nel merito, non implicherebbe ulteriori costi per i cittadini in quanto nella mia proposta non si fa riferimento al ripristino delle indennità e, pertanto, il consigliere Provinciale o metropolitano non prenderebbe un euro.

Il ripristino dell’eleggibilità diretta dei membri dei consigli provinciali si accompagna al ripristino delle piene funzioni dell’ente intermedio che la riforma costituzionale del 2016 si proponeva di abolire. Le province servirebbero più delle regioni perché sono il primo ente di prossimità nei confronti degli enti locali e devono ritornare a dare quelle risposte importanti che ad oggi le città metropolitane non sono riuscite più a dare. La legge Delrio del 2014 quindi, sull’onda di un sentimento popolare di diffidenza, cavalcato da movimenti demagogici lungi dal semplificare e dal risparmiare risorse, ha piuttosto disarticolato il sistema della pubblica amministrazione sui territori e ha generato l’impoverimento, in termini di funzioni e di capacità di incidere, di questi enti locali, strategici per le comunità, aggravando compiti di comuni e regioni.

È essenziale dunque che il superamento della Legge Delrio sia accompagnato da disposizioni che consentano di rafforzare le Province dal punto di vista del personale e dal punto di vista finanziario, per garantire l’autonomia organizzativa e la funzionalità dei nuovi enti. Più che agli aspetti politici e elettorali bisogna porre attenzione su come le future province potranno far fronte alle tante esigenze del territorio, massima attenzione quindi sulla fase transitoria per la riallocazione delle funzioni oggi svolte in gran parte dalle Regioni. Approvare la nuova legge è necessario per garantire più efficienza e democrazia.

La storia ha dimostrato, come noi di Fratelli d’Italia abbiamo sempre sostenuto, che fu una riforma sbagliata, con l’esproprio del voto popolare e di fondamentali servizi al cittadino. Siamo chiamati a riparare il danno generato da chi volle quella follia che consente una rappresentanza politica in tutti i collegi e un fortissimo legame tra il consigliere e la comunità che l’ha eletto. Ripristineremo un pezzo di democrazia purtroppo abolito. L’elezione diretta dei presidenti delle Province, dei sindaci metropolitani e dei componenti dei consigli provinciali e metropolitani ridà voce agli elettori.

Marco Silvestroni

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