LE ESPLOSIONI –Impressionanti le immagini diffuse sulle tv locali e sui social e che mostrano una gigante nube a fungo nel cielo della capitale. Secondo quanto riferisce su Twitter la corrispondente del quotidiano emiratino The National, Joyce Karam, una delle due deflagrazioni avrebbe avuto luogo nelle vicinanze della residenza dell’ex primo ministro Sa’ad Hariri. La giornalista sottolinea che è atteso per questa settimana il verdetto del Tribunale speciale per il Libano istituito dalle Nazioni Unite per far luce sull’omicidio dell’ex primo ministro Rafiq Hariri, il padre di Sa’ad, ucciso in un attentato il 14 febbraio del 2005. Secondo i media locali, le autorità non hanno ancora elementi sufficienti per determinare le cause delle due esplosioni, avvenuta l’una a distanza di 15 minuti circa dall’altra. Danneggiati centinaia di edifici tra i quali anche il Palazzo Baabda, residenza del presidente, e diverse ambasciate tra cui quelle di Russia e Kazakistan.
Le esplosioni sarebbero sono state avvertite anche a Larnaca, a Cipro, a 200 chilometri dal porto della capitale libanese.

Le esplosioni hanno coinvolto un team della missione Unifil. Un militare italiano del contingente, il caporal maggiore Roberto Caldarulo, del battaglione Gestione Transiti (RSOM) di Bari ha riportato lievi ferite, come ha fatto sapere lo Stato Maggiore della Difesa spiegando che è stato lo stesso militare a informare direttamente i familiari sul suo stato di salute. Altri sarebbero sotto osservazione in stato di choc. A quanto ha appreso l’Ansa, quasi tutti i militari italiani coinvolti appartengono al Joint Multimodal Operations Unit (Jmou di Beirut, inquadrata nel Comando Contingente Italiano (IT-NCC) di Naqoura, con il principale scopo di favorire la cooperazione internazionale e l’integrazione sociale tra i militari italiani e la popolazione libanese. La Farnesina, attraverso l’Unità di Crisi e l’Ambasciata in Libano, si è attivata per «prestare ogni possibile assistenza ai connazionali presenti nel Paese e continua a monitorare la situazione».

VITTIME – Tra le vittime ci sono anche un cittadino australiano e due delle Filippine. “Posso confermare che un australiano è stato ucciso”, ha detto il premier Scott Morrison, in dichiarazioni riportate dai media australiani. Il primo ministro ha espresso solidarietà al Libano, dove vive una “grande comunità australiana”. L’ambasciata australiana a Beirut è stata danneggiata “in modo significativo” dalle devastanti esplosioni, ha aggiunto il premier Morrison.

Il ministero degli Esteri di Manila ha invece confermato che ci sono due morti, 11 dispersi e otto feriti tra i cittadini delle Filippine. Tutte le vittime si trovavano nelle abitazioni dei loro datori di lavoro quando sono avvenute le terribili esplosioni, ha riferito il portavoce Eduardo Menez, citato dai media locali. Nel Paese dei Cedri vivono e lavorano circa 33.000 filippini.