Regna il caos in Francia. A 24 ore dalla formazione del nuovo governo, il premier Sebastien Lecornu ha già presentato le dimissioni al presidente della Repubblica Emmanuel Macron che le ha accettate. Lecornu, 39 anni, ex ministro delle Forze armate e uomo, era stato nominato il 9 settembre scorso e ieri, domenica 5 ottobre, aveva annunciato i 18 ministri del nuovo esecutivo e domani era in programma il suo discorso all’Assemblea nazionale. Quello di Lecornu è il terzo esecutivo che ‘cade’ nell’ultimo anno (il penultimo era guidato da Francois Bayrou), il quinto dall’inizio della presidenza Macron. E’ durato appena 27 giorni.

Lecornu, nel suo discorso da Matignon tenuto in mattinata, ha così motivato il passo indietro: “Non si può essere Primo Ministro quando non ci sono le condizioni”. Lecornu ha spiegato di aver “cercato di tracciare un percorso su questioni che erano state oggetto di blocchi”, come l’assicurazione contro la disoccupazione e la previdenza sociale, per “rilanciare la gestione congiunta” e “costruire una tabella di marcia” comune. Per Lecornu, “Essere primo ministro è un compito difficile. Probabilmente ancora più difficile in questo momento”. Quindi ha ricordato: “Da tre settimane, mi batto per cercare di creare le condizioni affinché si possa adottare un bilancio per la Francia”, nonostante gli “ostacoli” che persistono da “diverse settimane”, e a volte persino “da vent’anni”. Ma durante le consultazioni” ha lamentato, la sensazione è stata che la linea si spostasse indietro ogni volta che avanzavamo”. A venir meno sarebbe stato l’appoggio sia dei centristi che della destra moderata.

Critiche erano arrivate nelle scorse ore direttamente dagli stessi ministri nominati dall’oramai ex premier, a partire dal responsabile dell’Interno Bruno Retailleau (partito Repubblicano) che, dopo la riconferma, ha denunciato un esecutivo che “non riflette la rottura promessa”.

Ne approfitta il Rassemblement National che con il suo presidente Jordan Bardella ha chiesto a Macron di sciogliere l’Assemblea Nazionale e convocare nuove elezioni. “Non può esserci un ripristino della stabilità senza un ritorno alle urne e senza lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale”, ha dichiarato Bardella al suo arrivo alla sede del partito nazionalista. Il leader degli Insoumis (ribelli, ndr), Jean-Luc Melenchon, chiede “l’esame immediato” della mozione di destituzione di Emmanuel Macron. “A seguito delle dimissioni di Sebastien Lecornu, chiediamo un esame immediato della mozione presentata da 104 deputati per la destituzione di Emmanuel Macron”, ha reagito il leader della sinistra radicale Melenchon, in un post su X.

Redazione

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