Le Ragioni di Israele
Genocidio a Gaza, uno studio smonta i dati di UN Women: numeri sui morti travisati e fonti fake
L’organizzazione dell’Onu ha diffuso cifre falsate sulle vittime nella Striscia. Tutto è partito da una lettera anti-israeliana a The Lancet (mai revisionata)
Per l’ennesima volta viene smentita la fake news del genocidio a Gaza. UN Women, l’organizzazione dell’Onu per la tutela dei diritti umani delle donne, ha falsificato i dati relativi alle vittime. Il 19 maggio 2025 ha proclamato a gran voce e con grande efficacia mediatica che a Gaza erano state uccise 28mila (!) persone tra donne e bambini: una cifra che sorpassa addirittura quelle palesemente false comunicate dal fantomatico Ministero della Salute di Hamas.
Come arriva UN Women a conteggiare un numero di vittime superiore del 40% rispetto alle cifre di Hamas? UN Women fa riferimento a una lettera alla rivista di The Lancet – celebre rivista scientifica inglese di ambito medico – pubblicata nella sezione Corrispondenza, del febbraio 2025, in cui si riporterebbe il dato che i decessi a Gaza potrebbero essere stati probabilmente sottostimati di circa il 41%. Innanzitutto, va notato che, a differenza del rapporto di UN Women, nella lettera alla rivista la stima del 41% non compare nemmeno una volta: quindi questa percentuale di vittime mancanti – citata da UN Women – non si capisce da dove sia uscita, ma non certo da The Lancet. Secondo il rapporto dell’Agenzia Onu, il numero di 28mila morti femminili e infantili riflette sia i decessi segnalati direttamente sia quelli in eccesso, ossia ipotetici. Il rapporto rinvia a un misterioso link in cui illustrerebbe la metodologia scientifica usata dall’Agenzia. Però a quel link non corrisponde nulla, non esiste.
UN Women ha utilizzato, contraffacendola, una lettera scritta a una rivista; lettera di nemmeno una pagina in A4. Per quanto riguarda The Lancet, la rivista ha dichiarato esplicitamente che la lettera rappresentava solo le opinioni personali dei loro autori, e che non è stata oggetto di revisione professionale e scientifica. In pratica, fuffa pregiudiziale. Il rapporto poi afferma che il numero di morti a Gaza è quattro volte superiore al bilancio delle vittime pubblicato dal Ministero della Salute di Hamas, con una cifra di vittime indirette da 3 a 15 volte superiore al numero di persone uccise direttamente dalle operazioni di combattimento. L’organizzazione indipendente e non filoisraeliana Action on Armed Violence (Aoav) ha infatti duramente criticato i metodi di calcolo del rapporto e l’ampia gamma di moltiplicatori arbitrari utilizzati dall’Agenzia per calcolare le morti indirette. L’Aoav ha anche contestato duramente le cifre della lettera indirizzata a The Lancet, poiché non suffragate da alcuna prova, certificazione o classificazione delle vittime: la lettera è stata definita un semplice “opuscolo propagandistico e anti-israeliano che sbandiera arbitrariamente i numeri delle vittime senza alcun fondamento”.
Inoltre, poche settimane fa perfino Hamas si è visto costretto ad ammettere la verità, confessando che il 72% dei decessi riguarda uomini in età da combattimento, tra i 13 e i 55 anni (la categoria demografica coincidente con i combattenti jihadisti), riducendo enormemente il numero delle vittime civili. Questa cifra corrisponde a quelle enunciate dall’Idf come uccisioni di terroristi. Hamas – nel silenzio dei media occidentali – ha rimosso dalle sue liste i nomi di migliaia di civili che in precedenza aveva affermato fossero stati uccisi durante la guerra, come testimoniato dall’organizzazione non-profit statunitense Honest Reporting. Pur nelle cifre ancora falsificate, “il nuovo elenco delle vittime di Hamas del marzo 2025 elimina silenziosamente 3.400 morti completamente ‘identificate’ elencate nei suoi report di agosto e ottobre 2024, tra cui 1.080 bambini. Queste ‘morti’ non sono mai avvenute”, ha affermato il dr. Aizenberg di Honest Reporting.
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