La strategia del “rischio calcolato” annunciata in conferenza stampa dal presidente del Consiglio Mario Draghi lo scorso 17 aprile sembra funzionare. A sottolinearlo non sono solamente i dati ma anche il commento di Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, a sostegno dell’ultimo report della fondazione.
“Ad oggi la strategia del rischio ragionato sembra funzionare: agli effetti delle restrizioni stanno gradualmente subentrando quelli dei vaccini, assorbendo l’impatto delle riaperture graduali sulla curva epidemiologica. Tuttavia, in questa fase della campagna vaccinale non bisogna limitarsi a rincorrere i numeri con l’obiettivo primario di non lasciare dosi in frigo, ma è prioritario vaccinare rapidamente il maggior numero possibile di over 60 e fragili”, sottolinea Cartabellotta.
La vaccinazione di over 60 e fragili è infatti fondamenta ed è l’unica, secondo il presidente di Gimbe, che potrà “ridurre l’impatto ospedaliero della ripresa della circolazione del virus, visto che il ‘testing & tracing’, già abbandonato da tempo, viene di fatto anche ‘scoraggiato’ dal nuovo sistema per assegnare i colori alle Regioni. Un sistema fortemente condizionato dall’incidenza dei casi che, senza definire alcuna soglia minima di testing, ripropone quanto già visto nella primavera 2020: ovvero, meno tamponi, meno casi”.
OLTRE 4 MILIONI DI NON VACCINATI A RISCHIO – Il focus sugli over 60 di Cartabellotta non è un caso: il numero uno di Gimbe ricorda infatti come sono ancora “oltre 4,5milioni di persone ad elevato rischio di ospedalizzazione e morte” senza alcuna protezione vaccinale.
Il calcolo rilevato dal presidente Gimbe è il risultato dei ritardi delle immunizzazioni nelle fasce d’età over 60: “L’8,7% degli over 80 (383.473) non ha ricevuto neppure una dose, la percentuale sale al 21,4% nella fascia 70-79 (1.277.134) e al 38,6% per quella 60-69 anni (2.845.236)”, riporta il monitoraggio. “Seguendo i trend delle coperture vaccinali – spiega Renata Gili, responsabile ricerca sui Servizi sanitari della Fondazione Gimbe – se per gli over 80 la frenata è iniziata quando le percentuali avevano superato l’80%, per la fascia 70-79 anni i segnali di rallentamento sono più precoci e per quella 60-69 le coperture salgono più lentamente”.
Secondo la Fondazione Gimbe, “questo dimostra che una vaccinazione di massa non può affidarsi solo alla prenotazione volontaria, ma deve essere integrata con altre strategie: dalla chiamata attiva al colloquio individuale per superare l’esitazione vaccinale; da campagne d’informazione con il coinvolgimento di influencer alla cosiddetta ‘spinta gentile'”.
IL MONITORAGGIO – A parte le criticità riguardanti la vaccinazione di pazienti critici e over 60, in Italia i nuovi casi Covid secondo il monitoraggio Gimbe “sono in picchiata” e si registra “nelle ultime 6 settimana una riduzione dei ricoveri (-61%) e dell’occupazione delle terapie intensive (-55%)”.
Guardando alla situazione epidemiologica nella settimana 12-18 maggio in confronto a quella precedente, Gimbe registra “una diminuzione di nuovi casi (43.795 contro 63.409) e decessi (1.215 contro 1.544). In calo anche i casi attualmente positivi (315.308 contro 363.859), le persone in isolamento domiciliare (302.080 contro 346.866), i ricoveri con sintomi (11.539 contro 14.937) e le terapie intensive (1.689 contro 2.056)”, evidenzia il report.
Tutte le Regioni rimangono sotto le soglie di allerta sia per l’area medica che per le terapie intensive, con una media nazionale al 19% per entrambe.

