Prova a rivendicare la bontà del lavoro svolto ma l’evidente contraddizione le si ritorce contro. A Giorgia Meloni non basta più scatenare l’esercito di account fake di cui avevamo già parlato e che continuano ad intasare le timeline di X al grido di la ‘Regina domina’: stavolta sotto il suo tweet che ha seguito lo sgombero del Leoncavallo ci sono solo insulti.

“In uno Stato di diritto non possono esistere zone franche o aree sottratte alla legalità. Le occupazioni abusive sono un danno per la sicurezza, per i cittadini e per le comunità che rispettano le regole. Il Governo continuerà a far sì che la legge venga rispettata, sempre e ovunque: è la condizione essenziale per difendere i diritti di tutti”, ha scritto la Premier poco dopo l’operazione coordinata da polizia e carabinieri che ha liberato il centro sociale di via Watteau a Milano (occupato dal 1994), rientrante in un piano politico che da quando Meloni è al governo ha portato allo sgombero di quasi 4.000 immobili.

A questi però proprio non riesce ad aggiungersi quello che quasi la totalità dei commenti le ha ricordato: la sede di Casapound, dal 2003 fuori dalla disponibilità degli aventi diritto. L’edificio è infatti di proprietà dell’Agenzia del demanio, ma i diritti del suo utilizzo appartengono al ministero dell’Istruzione. Via Napoleone III, dove dal 2019 per gentile concessione al decoro urbano non campeggia più la vistosa scritta del movimento di estrema destra, è stata oggetto di un provvedimento di sequestro preventivo non eseguito per ragione di ordine pubblico, e da anni è il simbolo delle occupazioni abusive romane. Ha causato solo fino al 2019 un danno significativo all’Erario, stimato dalla Corte dei Conti in più di 4,5 milioni di euro.

Uno sfollamento però mai valutato come prioritario per il governo, considerata l’occupazione non pericolosa. “Verrà sgomberato ovviamente a tempo debito”, promise nel 2019 il vicepremier Matteo Salvini. Da Meloni nessun impegno, ma a tornare ciclicamente è l’accusa popolare di legami con organizzazioni neofasciste. Errori di gioventù, da mettere a posto al prossimo tweet.

Redazione

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