Grillo massacrato dopo il diktat sui M5s in tv: “Irricevibile, canoni sovietici”

Foto Roberto Monaldo / LaPresse19-05-2014 RomaPoliticaTrasmissione tv "Porta a Porta"Nella foto Beppe GrilloPhoto Roberto Monaldo / LaPresse19-05-2014 Rome (Italy)Tv program "Porta a Porta"In the photo Beppe Grillo

Continua la parabola grottesca di Beppe Grillo che doveva liberare e redimere l’Italia dalla casta e azionare le energie migliori in onore della democrazia partecipativa, dell’uno vale uno, della transizione ecologica e dell’abolizione della povertà e via dicendo. Il comico e garante del Movimento 5 Stelle se n’è uscito con questo codice per la partecipazione dei suoi per partecipare ai talk show. Buon senso, dice lui. Più che altro un assetto simil berlusconiano o da televisione sovietica, come si è fatto notare.

Grillo è arrivato a chiedere, nel testo sobriamente intitolato come di consueto “L’etica dell’informazione”, inquadrature in modalità singola per i suoi. Questo dopo che al vertice di fine febbraio con l’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte a Roma si è presentato con un casco da astronauta. Un notevole primo piano. Il codice di Grillo nel dettaglio:

“Il cittadino ha diritto di essere informato sui contenuti. Non è più tollerabile che il dibattito sui temi che interessano ai cittadini venga svilito da una sorta di competizione al ribasso dove vince chi urla più forte. Non è più accettabile che le immagini dei servizi e degli ospiti in studio vengano svilite con inquadrature spezzettate e artatamente indirizzate. Non è più ammissibile che l’ospite in trasmissioni televisive (rappresentante politico, esperto, opinionista, ecc) venga continuamente interrotto quando da altri ospiti, quando dal conduttore, quando dalla pubblicità, che determina il livello del programma fomentando la litigiosità ed immolando il rispetto della persona sull’altare dell’audience”.

La nuova etica è stata dettata sul blog di Grillo: “Un diverso approccio, etico e riguardoso della persona e della sua immagine anche negli spazi televisivi dedicati alla politica ed ai suoi approfondimenti. Questo modo di fare televisione non serve a informare, ma a propinare le posizioni degli editori o dei conduttori di turno e queste non interessano ai cittadini. Questa non è informazione, ma intrattenimento di bassa lega che sfocia in propaganda da quattro soldi. D’ora in poi, per rispetto dell’informazione e dei cittadini che seguono da casa, chiediamo che i nostri portavoce, ospiti in trasmissioni televisive, siano messi in condizione di poter esprimere i propri concetti senza interruzioni di sorta per il tempo che il conduttore vorrà loro concedere, e con uguali regole per il diritto di replica, che dovrà sempre essere accordato.

Chiediamo, inoltre, che i nostri portavoce siano inquadrati in modalità singola, senza stacchi sugli altri ospiti presenti o sulle calzature indossate, affinché l’attenzione possa giustamente focalizzarsi sui concetti da loro espressi. Poche regole, di buon senso oltre che di buona educazione, che se osservate consentiranno ai portavoce del M5S di presenziare a trasmissioni televisive con la giusta considerazione e il dovuto rispetto nei confronti dei telespettatori”.

Una sparata che ha scatenato immediatamente, e giustamente, reazioni senza mezzi termini. Enrico Mentana durante il TgLa7 ha definito “irricevibili” le parole del comico. E quindi: “Ognuno svolge il proprio ruolo, e a questo proposito ci sarebbe da capire quale è il ruolo di Grillo, e già che ci siamo di Conte. Se si chiede chiarezza bisogna anche dare chiarezza”. Bordate anche da Stefano Cappellino su La Repubblica: “Ora decidete voi se questa pretesa di Grillo somiglia più alle regole non scritte del periodo d’oro berlusconiano, quando ogni presenza tv del leader era attentamente studiata da uno staff estraneo al programma che decideva luci, inquadrature e make-up. Oppure se evoca i canoni della tv di Stato bulgara degli anni Settanta. Ma anche qui non crucciatevi troppo: non è detto che i due rimandi storici siano del tutto in contraddizione”.

E siccome l’ironia al comico non manca, Grillo è tornato sul suo Facebook poco dopo a sparare nel mucchio: “Continuano imperterriti a chiamarci grillini. In ogni contesto. Noi non ce la siamo mai presa, non ce la prendiamo. Siamo nati francescani, umili. Il diminutivo ha il potere di rendere tutto più simpatico e accettabile. Per cui ne proponiamo l’adozione anche per altre categorie sociali che hanno bisogno di ritrovare il favore dell’opinione pubblica. Basta nomi pomposi e altisonanti! Iniziamo un’azione collettiva di diminutive-washing. Per cui:

Giornalisti -> Giornalistini

Direttori -> Direttorini

Professori -> Professorini

Esperti -> Espertini

Opinionisti -> Opinionistini

Scrittori -> Scrittorini

Conduttori -> Conduttorini

Presidenti -> Presidentini

Commissari -> Commissarini

Politici Pd -> Piddini

Politici di FI -> Berlusconini

Politici della Lega -> Salvinini

Politici di Fdi -> Melonini

Politici di IV -> Renzini

Telegiornale -> Telegiornalino

Giornale -> Giornalino

Talk show -> Talkino

Piccolo è bello!