Caro Riformista, abbiamo letto l’intervento a firma dell’avvocato Marco Campora che, al netto delle gravi accuse personali indirizzate al collega Riccardo Polidoro e delle rivendicazioni di legittimazione elettorale sulle quali non è nostra intenzione intervenire, contiene una disordinata e incongrua critica – per così dire – politica all’operato delle Camere penali che rappresentiamo e che non possiamo consentire a nessuno, tantomeno a chi sino a oggi non è certo stato esempio di coerenza.
Occorre, infatti, ricordare all’avvocato Campora che il caso della “sentenza già scritta” fu portato alla nostra attenzione proprio dalla Camera penale di Napoli che prima ci propose di sottoscrivere un documento di protesta con la proclamazione di ben tre giorni di astensione dalle udienze, che poi ci invitò a partecipare a un incontro “chiarificatore” con il presidente della Corte di appello e con l’Anm (che in quella sede scoprimmo essere stato promosso dalla stessa Camera penale di Napoli), che infin eci assicurò che di lì a poco avremmo avuto documenti ufficiali di scuse e di “presa di distanze”. E occorre ricordare all’avvocato Campora che quando non vennero né le scuse ai cittadini in attesa del giudizio di appello né la presa di distanza dal giudice pure astenutosi, egli fu l’unico presidente del distretto a far mancare la sua firma in calce alla proclamazione dell’astensione, dopo essersi peraltro reso irreperibile al telefono. Salvo a licenziare quasi in contemporanea una nota “incendiaria” nella quale si dava atto di un «ritorno sui suoi passi» da parte dell’Anm, immediatamente smentito dal presidente di tale associazione.
Quanto al convegno di Torre Annunziata, non possiamo ascrivere gli ingenerosi e davvero gratuiti giudizi contenuti nell’intervento dell’avvocato Campora a sua disinformazione: è stato trasmesso in diretta sul canale YouTube dell’Unione Camere Penali Italiane, che lo ha patrocinato, ed è ancora disponibile sul sito. Dunque crediamo esserci un serio problema di comprensione del lessico del confronto che si è in quella sede sviluppato tra avvocati, magistrati e giornalisti, che si sono reciprocamente dati atto della civiltà dei toni e della proficuità del dialogo: non un salottino né una canea, ma un dibattito serio e serrato al quale ha responsabilmente partecipato la magistratura associata.
Quanto al minuetto, di là da ogni rilievo sulla opportunità di un tale accostamento a una manifestazione organizzata sotto l’egida dell’Unione Camere Penali Italiane e nel nome della tutela delle garanzie fondamentali del cittadino imputato, va solo precisato che le nostre Camere penali non sono aduse a menar le danze, bensì ad avere la schiena dritta e a rifuggire gli ipocriti accomodamenti e gli stucchevoli autocompiacimenti che altri hanno proposto e praticato.
I presidenti delle camere penali di Napoli Nord, Santa Maria Capua Vetere, Irpina, Benevento, Torre Annunziata e Nola
